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Vogliamo vedere Gesù

È la richiesta fatta da un gruppo di greci a Filippo e ad Andrea e dagli Apostoli girata a Gesù stesso. Certamente non è una semplice curiosità superficiale; in essa si può sentire il desiderio di “vedere-dentro”, lo spessore di una conoscenza più profonda, capace di aprire un cammino di fede. Ma è anche un grido che sale, forse in modo inconsapevole, dal mondo che ci circonda, tormentato da tante tristezze, divisioni, egoismi, da tanto dolore, guerre, distruzioni e sangue, alla ricerca di un raggio di speranza, che ridoni il senso vero della vita e di una serena convivenza tra di noi. E, se ci ascoltiamo bene, certamente non facciamo fatica a riconoscere che, almeno in certi momenti, può essere questo un accurato desiderio, che cogliamo anche dentro di noi: “Voglio vedere Gesù! Ho bisogno di incontrare Gesù!” Ancora oggi Gesù ci ripete: “ Io sono la luce del mondo. Io sono la Via, la Verità e la Vita. Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me. Venite a me voi tutti, io vi ristorerò.” Gesù ci apre il vero senso della vita, ci introduce nei grandi orizzonti dell’eternità. Soprattutto ci fa conoscere il “Padre”. Anche a noi ripete: “Il Padre vi ama”. E ancora “Voi siete tutti fratelli”. Il vero incontro con Dio non può avvenire se non “in Gesù, per Gesù e con Gesù!” È l’annuncio gioioso del mistero Pasquale! Davanti a Lui non servono le teorie scientifiche o le grandi discussioni. Non c’è che la fede o l’incredulità. Se vuoi puoi rifiutare tutto (anche il disinteresse ha la pesantezza del rifiuto!), ma puoi anche credere. La fede è un dono, ma molto dipende anche da te! La fede è una risposta che appartiene all’amore. Credere è donarsi; donarsi è amare. Amare è seguire le orme del Dio fatto uomo, dell’uomo fattosi fratello di tutti, di Colui che ha dato la vita per la salvezza di tutti e che, risorto, dice ancora ai suoi discepoli: “Non temete… Sarò con voi sempre! (…) Io ho vinto il mondo”. Scegliere Lui è scegliere l’amore più grande, è rinunciare a tutto per stare con il “tutto”, per farlo conoscere a tutti. “Voglio vedere Gesù!” “fare Pasqua” è il modo più vero per dare risposta a questo desiderio. E se quanti ci stanno vicino nella vita di ogni giorno dicessero a noi cristiani del terzo millennio: “Vogliamo vedere Gesù!” chissà se guardandoci nella nostra vita di sempre, potrebbero riscoprire in noi un riflesso del volto di Gesù?!

È il mio augurio pasquale per tutti.
Don Giacomo


Via Crucis 2004

Uno dei tanti commenti sul film “La passione di Cristo” di Mel Gibson è stato: “Dopo aver assistito alle ultime dodici ore di vita di Gesù, si esce dalla sala turbati e in silenzio“. Parte di questa sensazione l’ho avuta anche dopo aver assistito alla nostra via Crucis. L’interpretazione è stata forte, commovente, è passato il messaggio: ”Gesù ha sofferto per noi”. La sua sofferenza non è solo fisica, ma soprattutto una sofferenza intima, il cuore di Gesù si strugge perché è stato condannato dal popolo che lo circonda e per il quale ha dato la vita. Egli sapeva già che sarebbe stato tradito, che avrebbe dovuto soffrire, ma la sua disperazione è scritta sul volto mentre piange nell’orto degli ulivi, mentre riceve la condanna da Pilato, mentre viene schernito e percosso dai soldati; ma le parole del Padre Suo gli ricordano che Egli è venuto per la nostra salvezza e quindi proprio perché ci vuole bene è disposto a morire per noi. Quel bene dobbiamo ricordarcelo, non solo durante la Settimana Santa, ma ogni momento della nostra vita, specialmente quando siamo messi alla prova, nel momento della sofferenza, perché un giorno saremo giudicati anche in base alla capacità di portare le nostre croci. Un esempio che ci viene dato a tal proposito è quello di Maria che nonostante il grande dolore provato nel vedere il figlio crocifisso, gli è accanto, lo accarezza amorevolmente come se volesse riportarlo in vita o ancor più come se volesse ricordarci che l’amore per i propri cari resta in fondo al cuore anche dopo la morte. L’amore di Maria è grande, forte, il suo cuore è pieno di fede in Dio ed Ella si abbandona tra le braccia di Giovanni e prega. Gesù e Maria ci danno una grande lezione d’amore e noi come cristiani dobbiamo seguire il loro esempio e il risultato sarà certo, se siamo sorretti dalla fede; solo così possiamo restare disponibili al perdono e all’amore verso il prossimo.

Michela


L’anno dell’Eucaristia

È già iniziato, in tutta la Chiesa, nell’ottobre scorso e durerà fino all’ottobre 2005. L’ha voluto il Papa Giovanni Paolo II° e lo ribadisce con fermezza: con lo sguardo rivolto a Cristo, centro della storia della Chiesa e di quella dell’umanità; e in particolare, per un anno rivolgere lo sguardo su Gesù presente nell’Eucaristia. L’anno dell’Eucaristia “nasce dallo stupore con cui la chiesa si pone di fronte a questo grande mistero”, perché l’Eucaristia è mistero di presenza, per mezzo del quale si realizza in modo sommo la promessa di Gesù di restare con noi fino alla fine del mondo. Il documento papale è suddiviso in 5 parti: ”Nel solco del Concilio e del Giubileo”, ”l’Eucaristia mistero di luce”, ”l’Eucaristia sorgente ed Epifania di Comunione”, ”l’Eucaristia principio e progetto di missione” e, infine, una conclusione. Per vivere al meglio questa esperienza eucaristica è interessante mettersi nell’atteggiamento e nello spirito che il Papa suggerisce per vivere questo anno: sentirsi come i discepoli di Emmaus! Senza temere che questo cammino sia un uscire dalla realtà di ogni giorno, o sia una pura illusione, o il facile e frequente modo di esprimersi della fede cristiana staccata dalla vita concreta. Ci pensa il Papa a farci stare con i piedi per terra dicendoci: -Sulle strade dei nostri interrogativi e delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre cocenti delusioni, il divino viandante Gesù continua a farsi nostro compagno per introdurci con l’interpretazione delle Scritture alla comprensione dei misteri di Dio”. Ecco, allora, l’importanza dell’Eucaristia come luce e forza della vita quotidiana, che fanno sperimentare la gioia e la pace dell’incontro con Cristo. L’Eucaristia rappresenta il centro e il vertice di tutta la Storia della Salvezza. Quando si celebra l’Eucaristia è lo stesso Signore Gesù che si offre al Padre, la Messa non è un puro ricordo realizzato da altre persone, ma è sempre Lui che è sempre vivente e intercede per noi. Quindi il ministro principale della Messa è Cristo stesso. Il discepolo che Gesù tanto amava, Giovanni, non ci racconta l’istituzione dell’Eucaristia nell’ultima cena, ma ha voluto indicarci un altro tema importantissimo della celebrazione, cioè il Servizio ai fratelli, farsi ultimo: il Maestro lava i piedi ai discepoli quasi a voler indicare la predisposizione a un animo di servizio e carità fraterna. Non c’è quindi Eucaristia senza servizio e senza amore per i fratelli. Nel mistero dell’Eucaristia troveremo la fonte perenne di ogni autentica sapienza, la sorgente fresca di ogni scienza, la bussola che guida sicura il nostro cammino nella verità e verso la verità. Dall’Eucaristia verrà la forza per essere sale e luce nel mondo contemporaneo segnato dalla frattura tra Vangelo e cultura e da una visione secolarizzata della vita. Dall’Eucaristia verrà la forza per essere sale e luce, testimoniando, soprattutto, la verità sull’uomo. Dall’Eucaristia verrà la forza per essere sale e luce tramite una continua proposta dei valori etici: verità, giustizia, solidarietà e libertà.

Maria Teresa


Bambini e “Catechismo”
“ Insegnare  a pregare ad un bambino e’ donargli la forza per imparare a vivere “

In più occasioni ci siamo  soffermati sull’importanza del catechismo e sul ruolo fondamentale che hanno i genitori ad essere in prima linea i “veri catechisti” per i loro figli. Dunque tutti noi  sappiamo che il regalo più grande che possiamo fare ai nostri bambini è quello di insegnargli l’amore per la Parola di Dio. In questa occasione si vuole ricordare l’essenzialità della preghiera. Molte volte ci chiediamo quale sia il momento giusto per insegnare ai “nostri”  bambini  a pregare...I bambini imparano a pregare ascoltando  noi a pregare... prima di andare a scuola... prima dei pasti... a catechismo... mentre li accompagniamo a dormire... Dobbiamo imparare a pregare con loro, in modo che diventi una consuetudine per loro “dialogare e ringraziare” Dio. I bambini imparano ad ascoltare la Parola di Dio quando noi, ascoltiamo con loro la Parola di Dio in chiesa durante la celebrazione della Santa Messa domenicale e feriale. Allora... è un impegno di tutti noi assieme essere per i “nostri bambini” la testimonianza, la presenza e la guida nella conoscenza dell’amore di Dio per tutti. 

Una catechista


Mercatini di Natale

8 Dicembre 2004, giorno dell’Immacolata Concezione, ormai manca poco all’evento del Natale e gia l’atmosfera assume quei toni tipici della festa, della gioia, dell’attesa. Espressione caratteristica è anche il mercatino Natalizio che già da qualche tempo viene allestito nel nostro paese e che oltre a dare la possibilità a chi acquista di contribuire ad una raccolta che viene poi devoluta per opere di prima necessità e pronto intervento, permette anche di poter abbellire, decorare, ognuno manifestando il gusto personale, la propria casa con dei segni, degli addobbi……Una particolarità è che si tratta di un mercatino artigianale in quanto la maggior parte degli oggetti vengono preparati e confezionati a mano! Da qui l’importanza di tutto quel percorso di preparazione, di collaborazione, di impegno nell’impegnarsi per mettere a frutto la propria creatività e poter così realizzare quegli oggetti molto colorati, sfiziosi, elaborati che vanno a sollecitare e stuzzicare l’attenzione della gente. Lodevole in questo senso l’impegno del gruppo delle nostre ragazze e di altre persone che molto generosamente si rendono disponibili a tale fine. Quest’anno poi, su richieste del Comune di Valdisotto in collaborazione con l’Unione Commercianti, siamo stati invitati inoltre a partecipare sempre per l’8 Dicembre al consueto mercatino che si tiene i Piazza Cavour a Bormio. Per questa giornata un gruppo di persone del paese, in costume, si è alternato nella vendita di prodotti gastronomici “casalinghi” tra cui marmellate di sambuco, giardiniere, liquori nonché dell’ormai famoso e delle proprietà eccellenti, “Saòn de Bàita”. Un’ ulteriore esperienza questa che ha dato soddisfazione nel vendere i nostri prodotti preparati con tanta semplicità e genuinità, trascorrendo una giornata a contatto con le persone che curiosamente e simpaticamente si sono avvicinate al nostro banco vendita.

Una mamma


Missioni, 24 ottobre 2004

Come ogni anno, in occasione del mese di ottobre, mese missionario, il Santo Padre, ci invita ad essere anche noi missione. Anche la nostra Parrocchia ha quindi accolto questo invito, promovendo, già da qualche anno, un banco vendita di dolciumi e leccornie per poi destinare il ricavato per le missioni. Siamo tutti molto golosi, e quindi non è stato difficile vendere i numerosi prodotti: torte, tortine, marmellate, conserve preparate da tante mani laboriose. Come sempre la risposta è stata molto più di ciò che speravamo, possiamo sentirci anche nel nostro piccolo, aiutando l’attività di tanti missionari, più Chiesa. Eucaristia e missione formano un binomio inscindibile, e tutti dobbiamo sentirci inviati come missionari a diffondere in ogni ambiente il grande dono ricevuto. Chi incontra Cristo nell’Eucaristia non può non proclamare l’amore misericordioso di Cristo morto per noi. Siamo quindi tutti chiamati alla missione come Testimoni dell’Amore di Dio per noi. 

Grazie a tutti per la generosità dimostrata.
Maddalena


Concerto dei Nomadi

A settembre abbiamo avuto la possibilità di ascoltare il concerto di questo gruppo “evergreen” che, attraverso le sue canzoni, porta avanti l’ideale di un mondo migliore. Un mondo senza guerra, senza bambini che muoiono di fame o sete, senza odio creato dalla brama di potere. Una speranza che si alimenta continuamente attraverso lo sdegno che ogni uomo dovrebbe avere nei confronti di queste cose negative e il coraggio che ognuno deve avere nel credere in un mondo migliore e, quindi di fare qualche cosa perché questo avvenga, senza dimenticarsi di essere se stessi, nella semplicità, senza farsi prendere dall’ambizione di arrivare sempre più in alto, un passo per volta. Quello dei nomadi è un gruppo che si da dà fare concretamente per aiutare le popolazioni in difficoltà devolvendo parte del ricavato dei concerti, per esempio, per aiutare gli indiani Lakota o i Chipas; quello che loro sostengono sia il modo migliore per fare politica, rispettando la dignità di un popolo, rivalutandone la propria cultura o, in questa occasione, raccogliendo fondi a favore della “Centralina”: centro di prima accoglienza per tossicodipendenti, guidata da Don Diego Fognini. Un gruppo che durante il concerto trasmette la propria semplicità al pubblico chiamato ”il settimo elemento” della band, perché si crea un contatto magico fatto di richieste di canzoni, di scambio di regali, di impegno da parte dei fan club nell’aiutare i Nomadi nella raccolta di denaro per i meno fortunati, che fa capire attraverso le canzoni il senso profondo della vita, sostenendo che è inutile andare alla ricerca di chissà che cosa, se ti accorgi che le cose più belle le puoi facilmente trovare anche solo a partire dal sorriso di chi ti è vicino.

Uno spettatore


26 dicembre: Tsunami

È incredibile pensare che l’acqua, oltre che essere un elemento indispensabile per la vita di ogni essere vivente, possa diventare un terribile strumento di distruzione di massa. Quanto accaduto nel sud-est asiatico alla fine dello scorso anno, ha lasciato il mondo intero attonito davanti alla disperazione di tanta gente per quanto distrutto, ma soprattutto per le migliaia di vittime mietute dal maremoto. A tutt’oggi non è stato possibile formulare un esatto bilancio sia in termini di vite umane perse, sia in quantificazione dei danni subiti dalle popolazioni residenti. Comunque possiamo conoscere con certezza di quanta solidarietà e di quanto amore l’uomo è capace, quando una tragedia di queste proporzioni colpisce un suo simile. I nostri “fratelli”, non importa di quale religione o ceto sociale facciano parte, hanno ricevuto, attraverso molteplici “canali”, un contributo mai riscontrato in nessun’altra catastrofe a livello mondiale. La nostra parrocchia, su invito del don Giacomo, ha voluto anch’essa partecipare a questo atto benevolo. Nel giorno dell’Epifania, durante le S. Messe, e nei giorni successivi, sono stati raccolti nella comunità € 2.400,00 consegnati alla Charitas diocesana, per devolverle a quelle popolazioni tanto provate. La speranza è che un “piccolo-grande” gesto, come il nostro, possa, almeno in parte, alleviare le sofferenze, o quantomeno aiutare a ricostruire qualcosa che è andata distrutta in quell’evento così catastrofico.

Un compaesano

 


Celebriamo il Sacramento del Perdono

È un momento importante: è come un nuovo Battesimo. Incontri Gesù crocifisso e risorto, che ti aspetta, ti accoglie e ti perdona. I bambini di terza elementare, dopo la Prima Confessione, così si confidano:


Andrea

Pensando di affrontare la prima Confessione , mi sentivo molto emozionato. Entrati in chiesa don Giacomo ci ha messo subito a nostro agio, preparandoci alla confessione, raccontandoci la parabola del “Buon Pastore”. Allora ho capito che Gesù sa perdonarci tutto e solo con Lui vicino possiamo essere più felici.


Eleonora

“Ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen” È stato bello anche avere vicino a noi i nostri genitori che ci hanno accompagnati a fare questo importante atto di penitenza. Alla fine tutti insieme siamo andati all’asilo a fare merenda. 


Giulia

Quando è toccato a me, avevo le mani sudate, il cuore mi batteva forte, ma quando ho iniziato a confessarmi mi sono calmata. Ho sentito Gesù vicino a me che perdonava i miei peccati. È stata una giornata emozionante e bella. 


Joy

Domenica 13 febbraio, insieme ai miei compagni di terza, ho fatto la prima confessione. È stato molto bello, perché siamo stati vicino a Gesù con la preghiera e, dopo la confessione, io ho provato un grande sollievo, il mio cuore era libero da tutti i peccati che avevo commesso, perché Gesù me li aveva “cancellati”.


Lucas

Il giorno della prima Confessione ero molto emozionato, non sapevo cosa dovevo dire a Gesù. Poi, mi sono avvicinato a don Giacomo e mi sembrava di essere a casa a dire i peccati alla mamma e mi sono tranquillizzato. Sono tornato dal papà a dire la mia gioia e tutti insieme siamo andati all’asilo a far festa.

Eravamo tutti in pace.

I bambini di terza elementare


25° Don Enzo

Carissimo don Enzo, con grande gioia e commozione, sebbene assente fisicamente, partecipo spiritualmente al tuo 25° di ordinazione sacerdotale. È un’occasione per rendere grazie al Signore, con Te, con la mamma, con tutta la nostra famiglia salesiana, per tanta grazia e tanto bene che in questi 25 anni di sacerdozio ti ha concesso di donare a tanta gente, ragazzi, giovani e famiglie, nello spirito e nello stile di Don Bosco nelle diverse comunità dove l’obbedienza ti ha collocato, sia in Italia che in Svizzera. Da Darfo a Milano, da Parma a Zurigo, da Reggio Emilia a Codigoro. La mente corre a 25 anni fa, a Darfo dove sei diventato sacerdote, il compleanno più bello della vita di papà Marco, e a Piatta dove hai celebrato la tua Prima Messa, quasi una consegna di don Giuseppe che quella stessa notte ti passava la stola. Mi trovo in questo momento, in un villaggio a nord-est della Romania, a presiedere la concelebrazione con due sacerdoti novelli romeni della congregazione di Don Orione che oggi celebrano la loro Prima S. Messa al loro paese. Ci accomuna la stessa eucaristia che ci riunisce attorno a Cristo centro di unità e di carità ed allora le distanze non contano più. Mi unisco pertanto alla preghiera di tutti, del Parroco, don Giacomo e gli altri sacerdoti, dalle suore Poverelle e di tutto il popolo di Dio per augurare a Te, caro don Enzo, ogni bene spirituale e materiale e per auspicare su di Te tutte le benedizioni dal Cielo da parte di Dio e di papà.

Con affetto tuo fratello don Ugo


I Confratelli di Piatta

Riportata ad antichi splendori, dopo anni di inattività, in occasione della festa patronale del 2004, la confraternita del S.S. Sacramento della parrocchia di Piatta, su invito di don Giacomo, si è ritrovata venerdì 11 marzo per festeggiare la Santa Pasqua, con una cena “ di magro”. Molto sentita e numerosa la partecipazione dei confratelli che non hanno voluto mancare ad un appuntamento di grande importanza come quello di ritrovarsi tutti assieme e, in un certo senso, rivivere quella che fu l’ultima cena che Gesù ebbe con i suoi apostoli. A tal proposito, negli anni a venire, si è deciso di mantenere questo incontro conviviale la sera del Giovedì Santo proprio per dare maggior significato a tale gesto. Molto gradita la presenza di don Gianfranco Pesenti, nativo di Premadio, e parroco per anni a Grosio, che ha parlato dell’ importanza della confraternita all’interno di una parrocchia, di quali siano i compiti dei confratelli e di come sia importante avere persone che, a differenza dei religiosi i quali fanno voto di obbedienza, povertà e castità, diano testimonianza ed espressione di Fede e devozione al Santissimo Sacramento. Per concludere vorrei porre un sentito ringraziamento da parte dei confratelli tutti, a chi ha prestato un po’ del suo tempo libero per preparare la cena, per altro molto buona nella sua semplicità, e servirla in tavola, augurando a loro e a tutti voi lettori di Ora et Labora

Buona Pasqua!
Massimo


Professione religiosa perpetua di Suor Anna

Cosa fa un sabato pomeriggio nella Chiesa del seminario di Bergamo una “platina” in compagnie di due bergamasche, una milanese, una calabrese, una emiliana e addirittura di due cittadine delle isole Samoa n Oceania? Si sdraia per circa un quarto d’ora a faccia in giù sul pavimento e…pensa, prega e decide! Non è una barzelletta, ma quanto è accaduto il 28 agosto 2004 nel momento più commovente della Professione Religiosa Perpetua di Sr. Anna Canclini con altre quattro suore delle Poverelle e tre Sacramentine. Subito dopo la preghiera litanica e l’invocazione dello Spirito, ciascuna di loro inginocchiata davanti alla propria Superiora Generale ha pronunciato la formula con la quale si impegna a dedicarsi interamente e per sempre al servizio di Dio e dei fratelli e subito dopo, sull’altare, ha firmato il documento dell’avvenuta Professione. Domenica 29 Agosto durante la S. Messa delle 10.30 Suor Anna ha ripetuto davanti al Signore e alla nostra comunità di Piatta la sua offerta di totale consacrazione al Padre e al servizio dei poveri. Don Giacomo ha sottolineato l’importanza di un evento che in ogni parrocchia tanto raramente e che difficilmente anche a Piatta si ripeterà ma nello stesso tempo ha invitato ciascuno di noi a pregare perché altri giovani possano rispondere con gioia di si al Signore che chiama ancora.

Le sorelle Clara e Luisel


Capitolo famiglia marzo 2005

Nel numero precedente abbiamo proposto di pensare :

  • Qual è la molla che attrae un uomo e una donna?

  • Cosa significa “vivere una relazione”?

  • Come e con che scopo pensare a un progetto di vita di coppia?

Alcuni parrocchiani ci hanno scritto qualche riflessione, che riportiamo di seguito.

Famiglia…

Anch’io penso che l’argomento sia interessante, un argomento bello e difficile, concordando con il pensiero di chi dice “essere famiglia oggi è in un certo senso una sfida”. Effettivamente tutto parte dall’innamorarsi di una persona che ti colpisce per lo sguardo, per l’aspetto fisico, per un sorriso, per la sua simpatia ma più profondamente per i suoi ideali di vita o amore, che concordano con i tuoi. Questa è la molla, ma l’essere famiglia, arrivare al dunque si rivela un impegno molto più serio, più responsabile e a volte faticoso. Non si è più soli, la famiglia si allarga, ci sono suoceri, fratelli, nonni... che ne fanno parte integrante, e poi i figli che danno gioia, soddisfazioni, che hanno bisogno di consigli, di essere ascoltati e a volte di qualche “strigliata”, con i quali il dialogo è super-importante. Non dà ultimo c’è da considerare l’individualità di ciascuno, i desideri, il bisogno di ritagliarsi uno spazio per esprimere la propria personalità. Questo è forse l’aspetto che viene messo più in discussione, infatti ogni componente della famiglia dovrebbe agire in funzione alle esigenze di quest’ultima, qualche volta dovendo rinunciare alle proprie necessità. Suor Luis-Agnes scrivendo in proposito, pensava che essere famiglia significa scegliere di diminuire perché altri crescano, con amore e semplicità nei tempi lunghi di una vita. Dalle beatitudini della famiglia raccogliamo anche: beata la famiglia che vive i propri legami preoccupandosi della crescita dei figli, ma rispettandone la loro personalità, le famiglie in cui i contrasti sono una palestra per crescere nel rispetto e nel perdono vicendevole. Concludo pensando che quando le persone decidono di diventare famiglia danno scopo alla propria vita e considerando che quando c’è qualcosa che non va per il verso giusto possiamo parlare con amici, persone che ci stanno vicino, ma solo all’interno della famiglia si trovano le soluzioni dialogando con chi ti sta vicino nella quotidianità, con chi ti conosce, ti vuol bene e ti rispetta per quello che sei in funzione dell’amore che ti lega l’uno all’altro. 

Una mamma


Cos’è il progetto di coppia?

Per rispondere a questa domanda viene spontaneo chiedersi cos’è la coppia e cosa s’intende per progetto. Pensare alla coppia rimanda essenzialmente a due realtà: i soggetti che la compongono e la scelta maturata in un certo momento di condividere la propria vita con un’altra persona. Inoltre due persone che si uniscono mettono in conto di essere coniugi e di diventare genitori. Essere coniugi, a nostro avviso, significa aprirsi alla relazione, volersi bene, accettarsi, accogliere il limite proprio e dell’altro, vivere la fedeltà come rinnovo quotidiano dei sì espressi durante il rito del matrimonio. Talvolta succede che i coniugi si “accontentino” della loro relazione, diano per scontato che è quello che è, poco investano perché il rapporto si rigeneri costantemente. Costruire e dunque avere un progetto di coppia sembra l’antidoto al “rinsecchimento” della relazione; il progetto è il collante della coppia; potrebbe essere definito l’orientamento, la prospettiva di fondo su cui si snocciola la vita di tutti i giorni. Il progetto può essere paragonato a una cassetta degli attrezzi: sono utili, in alcune situazioni necessari, ma a condizione che qualcuno li sappia usare. Avere un progetto, però, non permette di sentirsi esonerati dalla ricerca, dalla fatica, dal dolore, dalla gioia, dalla soddisfazione. A ciascuno rimane la responsabilità di realizzare se stesso, anche attraverso la condivisione della vita con il proprio coniuge, nella certezza che lo Spirito Santo che il giorno del matrimonio ha sancito l’unione degli sposi e che il giorno del battesimo li ha resi figli di Dio benedice e sostiene ciascuno nel cammino incontro al Padre. 

Marco e Attilia


I fattori che inducono due giovani di sesso diverso a un interesse reciproco sono numerosi. Anzitutto la diversità sessuale poi la simpatia, la curiosità, la ricerca di un completamento di sé, di un partner con cui confrontarsi, di una persona che faccia compagnia, che consoli, che ci aiuti o si faccia aiutare……Distinguere tutti questi fattori è impossibile, anche perché la psiche è complessa, varia e mutabile, ogni incontro ha caratteristiche proprie originali e uniche. Ogni incontro di coppia ha comunque al suo nascere qualcosa di magico… di ineffabile… che la coppia inizialmente è interessata a conservare il più a lungo possibile perché ci fa sentire importanti, esclusivi… Non si vede l’altro per quello che veramente E’... Si proiettano su di lui o lei, fantasie, ideali, bisogni…ed ecco sparire il principe azzurro e la bella addormentata.!!! E’ la prima reazione di delusione, dopo questa prima fase idealizzata ecco lo scontro con la realtà. Ci dovrebbe essere a questo punto il passaggio dall’innamoramento a quella dell’Amore con la A maiuscola con una conoscenza molto profonda e un dialogo il più possibile sincero per arrivare alla scelta completa e consapevole dell’altro, qui inizia il percorso della coppia in modo realistico alla scoperta delle diversità con le responsabilità - difficoltà - fatiche della convivenza coniugale.

Silvana e Ugo


Le testimonianze pervenute ci aiutano a continuare il confronto iniziato. Ci sembra che sollecitino altri interrogativi. chi lo desidera potrà intervenire: il confronto sarà quindi più ricco.  Ma allora che cosa è l’amore? Che cosa è la felicità di coppia? Esistono ingredienti base per una convivenza coniugale?

L’amore esiste in sé e per sé oppure si costruisce e si coltiva?


Festa di San Pietro

Sono orgoglioso di essere nato il 24/02/11 a San Pietro, un piccolo paese posto in cima a una collina, sempre più vicini al Signore. Quand’ero piccolo il giorno di S. Pietro, Erasmo e Marcellino, si faceva gran festa perché erano i patroni del paese. Si celebrava la s. messa al mattino e il vespro al pomeriggio, poi ci si ritrovava tutti sul sagrato della chiesa a fare festa e giocare. Sono passati tanti anni senza fare niente e veniva segnata in nero nel calendario anche la festa della Repubblica. Tutto questo portava nel mio cuore tanto rancore. Quest’anno Don Giacomo con i ragazzi ha voluto ritornare ai miei vecchi tempi celebrando la S. Messa alle ore 10.30; poi con i ragazzi ci ha raggiunti nei prati di Campo Lungo per passare un bellissimo pomeriggio insieme. Prima avevo preparato solo due patate per me, Irma e Sandra, e mi sentivo malinconico. Quando come raggi di sole dalla pista Stelvio vi ho visto arrivare tutti come processione , ho pensato subito a far preparare a Irma una bella polenta e latte, in segno di gioia e amicizia per voi. Mi sentivo davvero un re, in mezzo a tutti quei ragazzi che giocavano e cantavano nel mio prato. Anche l’albero di ciliegio era più fiorito. Un grazie particolare a D Giacomo, alle suore, a tutte quelle persone che sono venute a trovarmi. Anche a 93 anni vi assicuro che è la gente che fa compagnia, specialmente il sorriso di ragazzi felici che mi hanno regalato e rammentato una giornata di sagra bellissima. Spero di ritrovarmi un altro anno con tutti Voi. Grazie di cuore!

Atu e compagnia


Gruppo Tradizionale Sant’Anna

È grande soddisfazione poter dire che il Gruppo Tradizionale Sant’Anna sembra proprio procedere a gonfie vele. La conferma ci viene da più fronti: sempre viva e sostenuta la partecipazione alle varie iniziative e sempre molte le richieste della nostra presenza alle varie manifestazioni. Nelle nostre uscite, non portiamo solo noi stessi, con noi c’è tutto il paese. Lo spirito che ci unisce è la voglia di stare bene insieme, l’opportunità di crescere a confronto, non dimenticando - anzi - riscoprendo quei valori che dalle radici della nostra storia ci sono stati tramandati e che a volte la vita frenetica di ogni giorno ci fa dimenticare. Sensazioni ed esperienze di vita che ci accomunano anche a realtà diverse dalla nostra, il percepire che quello che vogliamo che non vada perso è sentito anche da altri. Il fatto che molti si riconoscano nelle situazioni da noi proposte e quasi con malinconia o comunque con grande sentimento di affetto, ricollegano il ricordo ad un loro passato. Gli appuntamenti che ci hanno visti impegnati nella scorsa estate e in autunno sono stati:

Isolaccia per una serata d’estate;

Piatta il 25 luglio con la Sagra del Pradèir;

Valfurva il 31 luglio in occasione della festa per il Cinquantesimo anniversario della conquista del K 2;

Vezza d’Oglio il 1° agosto per la festa tradizionale La Dona del Zuc;

Oga il 22 agosto in occasione della Sagra del persighìn;

Bormio il 22 agosto (sera) con la riscoperta di vecchie corti del bormiese;

Cepina il 17 agosto per la festa di Bentornato in onore di Ugo Giacomelli;

Tirano il 12 settembre in occasione del Festival Internazionale del folclore montano, in concomitanza al Cinquecentenario dell’Apparizione della Madonna di Tirano;

Varese il 10 ottobre per il Raduno dei gruppi folcloristici della Lombardia, giornata a confronto con le varie realtà della nostra regione;

Morbegno dal 14 al 17 ottobre con la Fiera del Bitto (appuntamento che ormai da anni ci vede in prima linea);

Milano il 31 ottobre nell’affascinante contesto del Castello Sforzesco e del Duomo in occasione del Capodanno Celtico.

Un grazie veramente sentito a tutti coloro che attivamente sul “set” o “dietro le quinte” (e sono molti) partecipano a queste iniziative. Un grazie a chi ci segue e a chi, pur non potendo partecipare personalmente, ci sostiene anche solo con un sincero e semplice sorriso. 

Carla


Giornata del Pastorello

Pace, gioia, amicizia… Sono questi i sentimenti che hanno caratterizzato la giornata di venerdì 4 giugno 2004 ai Bagni di Valdidentro. Uniti, alla festa del pastorello, i bimbi delle scuole materne dell’Alta Valle, le insegnanti, il Gruppo Tradizionale Sant’Anna, i volontari e la nostra guida spirituale: don Giacomo. Immersi nella natura incontaminata, abbiamo fatto un tuffo nel passato e vissuto una giornata densa di emozioni. I bimbi, con foulard al collo e bastone in mano, sono partiti dalla galleria dei Bagni Vecchi per rivivere la “muda”. Giunti nel grande prato in vicinanza delle vasche per il bagno degli animali, hanno assistito a scene di attività pastorizia. Dopo il pranzo al sacco, nel bosco, sono apparsi gli animali e i personaggi delle fiabe. Lo sguardo colmo di innocenza, stupore e curiosità dei nostri bimbi… il loro essere semplici e pronti a cogliere ogni aspetto della vita passata, sono fra i doni più grandi che abbiamo ricevuto.

Una mamma


Il preséf nel segno di Maria 
IL TEMA MARIANO SI E' SOVRAPPOSTO IN UN SUGGESTIVO
PERCORSO ALLE SCENE DI NATIVITA'

Non tradisce mai le attese il presepe vivente di Piatta, divenuto con gli anni la manifestazione forse più suggestiva e riuscita delle celebrazioni natalizie, grazie allo sforzo e alla partecipazione dell'intera comunità, guidata dal locale Gruppo Tradizioni, che col tempo è divenuto un fondamentale punto di riferimento per la storia e le rievocazioni non solo della piccola frazione di Valdisotto, ma dell'intera alta Valtellina, come dimostrano le sue partecipazioni a vari avvenimenti. Quest'anno, con quell'originalità che di edizione in edizione caratterizza l'iniziativa, il Presepe è stato dedicato ai cinquecento anni dall'Apparizione della Madonna di Tirano, evento che anche nella rappresentazione è andato sovrapponendosi a quella classica della natività. La vicenda universale della nascita del bambino e quella, più particolare, dell'apparizione di Maria si sono fuse ne riuscito "Preséf del Santuari", che ha richiamato numerose persone, nelle sue messe in scena, giunte da ogni parte del comprensorio grazie anche ad un apposito servizio di bus navetta allestito per l'occasione. Segno di una notorietà che va crescendo e che testimonia la bontà, oltre che la singolarità, di questa proposta. Il Natale a Piatta è veramente speciale ed ancor più lo è stato quest'anno, con Maria e Giuseppe, il cui peregrinare di luogo in luogo è divenuto via via, nel segno della Madonna di Tirano, anche una sorta di pellegrinaggio mariano. Immancabile, accanto alla componente religiosa, anche quella etnografica e folkloristica, che da sempre distingue l'operato del gruppo di Piatta: corti e vie si sono aperte per ospitare la rappresentazione degli antichi mestieri e delle attività di una volta, a partire dal classico "sciober", il ciabattino, che per Piatta rappresenta una parte importante della propria storia e costumi. Le tre rappresentazioni andate in scena hanno riscosso l'incondizionata ammirazione degli spettatori, grazie anche alla partecipazione autentica e vissuta di tutte le persone che con la loro buona volontà hanno dato vita a questo momento indimenticabile.

Luca Paini

 La festa di Piatta rinnova la magia del presepe 
GRANDE PARTECIPAZIONE ALLA SACRA RAPPRESENTAZIONE
PROPOSTA DAL GRUPPO TRADIZIONI DI VALDISOTTO
E DEDICATA ALL'APPARIZIONE

Bagno di folla e di emozioni per il "Preséf de'l Santuari", la sacra rappresentazione messa in scena mercoledì sera dal gruppo Tradizioni di Piatta. La piccola frazione della Valdisotto è riuscita a stupire anche questo Natale, proponendo un presepe davvero speciale.
Nell'anno del cinquecentenario, Piatta ha scelto infatti di sovrapporre al mistero di Gesù che entra nella storia il miracolo tutto valtellinese dell'apparizione della Madonna al Beato Mario, a Tirano. Il peregrinare di Maria e Giuseppe si è trasformato così. sull'onda delle suggestioni della vicina Madonna di Tirano ma anche del santuario di Galivaggio, in un pellegrinaggio mariano, sino alla capanna della Natività che è diventata il luogo dell'apparizione e ha preso le forme della Porziuncola, la chiesetta di Assisi dove San Francesco si sentì per la prima volta chiamato alla sue missione e dove morì nel 1226.
Accanto alla materia religiosa, che è stata il cuore della rappresentazione natalizia, non è mancato neppure quest'anno il folclore. Le corti del paese si sono infatti spalancate per mostrare angoli di storia e antichi mestieri ormai dimenticati, come quello dello "sciober", il calzolaio, mestiere che a Piatta vantava una lunga tradizione. Per dar modo a tutti, turisti e residenti, di partecipare alla manifestazione sono state effettuate tre rappresentazioni, una pomeridiana e due serali ed è stato istituito uno speciale servizio di trasporto navetta che ha fatto la spola da Bormio ogni mezz'ora.

Daniela Valzer

 Il presepe di Piatta nel cantiere della basilica
LA RAPPRESENTAZIONE HA RICORDATO I 500 ANNI
DELL'APPARIZIONE A TIRANO
PRESENTE LA GIUNTA DEL SIMONE


La comunità di Piatta riesce, ogni anno, a stupire. Il suo presepe vivente, nato nel solco della più genuina tradizione italiana, oggi è diventato qualcosa di straordinario capace di andare oltre la tradizione.
Momento di riflessione ed allo stesso tempo occasione speciale di incontro e di accoglienza di una Natività sempre alla ricerca di una capanna dentro la quale accogliere il Bambino Gesù.
Questa volta la capanna ha trovato spazio dentro il cantiere della basilica di Tirano, negli anni in cui veniva costruito il santuario, punto di incontro di una sorta di viaggio nel tempo scandito dalla presenza di Maria nel mondo e dalle sue apparizioni.
Maestoso nella scenografia (nella piazza del paese è stata ricostruita la facciata della basilica della città aduana, dove la Madonna apparve al beato Omodei), ma delicato nel suo incedere.
Il presepe vivente di Piatta nelle rappresentazioni di mercoldì scorso ha lasciato centinaia di spettatori letteralmente a bocca aperta: da una parte per la semplicità della sua proposta e dall'altra per il significato profondodel suo messaggio "Al presèf del santuari".
Nel quinto secolo dell'apparizione, quest'anno il Presepe di Piatta s'è ispirato al santuario mariano di Tirano, ma assieme, sfruttando la scenografia della basilica ancora in costruzione, ha rievocato cinque momenti della presenza della Madonna nel mondo attraverso altrettante apparizioni: quelle universalmente conosciute di Lourdes, Fatima e Guadalupa; quelle più legate alla tradizione valtellinese e valchiavennasca di Galivaggio e di Tirano.
Particolarmente suggestiva, quest'ultima, con la presenza di tutti i costumi valtellinesi a rendere omaggio alla Madonna di Tirano.
E dentro un cantiere, che rappresentava la vita di quel tempo, di 500 anni fa in Valtellina, ha trovato albergo la Santa Famiglia di Betlemme a cui i veggenti di ogni apparizione hanno portato, straordinario filo conduttore della rappresentazione, il manto di Maria. Gesù quest'anno è nato nel cuore della grande basilica.
Alla rappresentazione, oltre quella di Valdisotto era presente anche la giunta di Tirano.

Armando Trabucchi



Io esploratore ….”senti chi parla”  

C’erano una volta un Signor “asilvecchio” con tanti “simpabiribambinelli”che….  Ma nooo!!!! Non una storia finta, raccontiamo quello che è successo a scuola veramente!!!

Era il mese di novembre e tutti eravamo emozionati all’idea che la nostra amica Giada volasse in un paese lontano, anzi lontanissimo. In un paese, dove anziché incontrare cervi nel bosco, si incontrano koala e canguri e dove il nostro sole e il nostro giorno là sono il buio e la notte. L’orologio, il tempo e le cose funzionano in modo “pazzcurioso”. Proprio quella mattina, mentre in coro cantavamo “la canzone dell’amico” per salutare Giada, dal registratore siamo stati interrotti da una magica vocina che diceva: “ciao bambini…”.

Che ridere! Chi sarà? È la voce di Don Giacomo! Noo, è di una donna vecchia perché trema! Non sono le nostre nonne! È una voce che non ci conosce, ma ci vuole bene; è la strega con la scopa, è venuta da un cartone animato! È la strega e ha detto che dava il fieno al suo capretto! Maestre le streghe non esistono. Chissà cosa e chi sarà stato?! Sapete, però, salutare Giada è stato divertente ed emozionante; sembrava che tutti fossimo entrati in una favola!

E proprio come tutte le fiabe che sentiamo raccontare da mamma e papà, all’inizio, seguono vicende e cose strane! A scuola con sorpresa troviamo una scopa: è proprio volante, ci sparisce sotto il naso e rimaniamo tutti ad occhi e bocca aperti. Arrivano anche un cappello a punta e un paio di mutandoni sporchi e malandati! Sono le prove: avevamo ragione, quella vocina era di una streghetta volante. “Che bello se venisse a trovarci qua all’asilo; forse vorrà fare la merenda con noi; ci vorrà far giocare con quelle cose lasciate all’asilo, forse viene ancora a fare un giro e poi torna al castello… Passano i giorni e le notti; a noi bambini piace tanto parlare di questa amica un po’ speciale e giocherellona che  si fa vedere e sentire qua e là ma non si ferma mai per parlarci e per farsi toccare o dire qual’è la sua  casa! Pensiamo che sia invisibile, che abiti in un castello o sopra una nuvola o all’asilo e che per vederla dovrebbe “trasformarsi in una strega trasparente”.

Ci viene una gran voglia di “stanarla”, di sapere come sarà la sua casa. Come tanti cagnolini fiuta dentro, fiuta fuori. Ecco! Trovata la  sua casa, “su a la Canalèta ”. Non solo! La furfantella si era presa tutti i nostri disegni senza neanche chiedere o dire per favore. Non contenta ha poi spedito a Davide una lettera contenente una magia: “Abra catù, bidibi bodibi bù, pilo pilù”, vostra amica per giocare ancor di più! Che bello questa streghetta è buona; vuole fare amicizia con noi, potremmo prepararle dei regali, potremmo aiutarla a trovarci facendole trovare tanti bigliettini con le frecce per dirle dove siamo!. Non serve sarà lei a batterci sul tempo. La nonna di Davide la incontra e ci viene a chiamare all’asilo! Pronti, viaaaa!! Armati di coraggio marciamo alla volta della “Canalèta”e trasformandoci in “esploratoridoc” entriamo e svuotiamo la casetta della strega. Come una squadra di formichine laboriose portiamo a scuola ogni cosa che troviamo all’interno: corda, plastica, assi, chiodi , martelli, reti, stoffe ecc..In gruppo decidiamo di giocare con tutto il materiale recuperato, schiacciamo le paure, progettiamo un lavoro grandioso: “faremo una strega vera con tanto di naso lungo a punta e con i brufoli, le faremo anche una casa con pareti nere, ragnatele, pipistrelli e “calderone” per le pozioni e un prato di fiori con la terra sotto”. Ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, sarà impegnato come “un vero operaio da cantiere” e, come si aspettano i grandi, faremo nostri i contenuti delle parolone come :”motivare i bambini all’attività esplorativa; lavorare cooperativamente; formulare ipotesi; conoscere, associare, discriminare; riconoscere emozioni e manifestarle; cogliere differenze negli oggetti e negli spazi e trasformarli in modo intenzionale.

Ahhh! Non dimenticate: se voleste venire a conoscere la nostra signora streghetta e la sua casa vi aspettiamo! Non abbiate paura, perché è nostra amica; noi bambini vi aiuteremo a cogliere quanto una cosa diversa possa trasformarsi in una cosa amica, bella e preziosa.

Basta bere una semplice “pozione”: “tornare bambini”.

Le Maestre

Viva il Carnevale

Sabato 6 febbraio 2005 sono stata presente alla festa di carnevale,organizzata dalle catechiste e dai loro “alunni” svoltasi presso il salone dell’asilo. E’ stata una serata piena di allegria,allietata da scenette,musiche,balli,coriandoli e un buon rinfresco. Quello che mi è piaciuto è stato il fatto che le catechiste e i loro ragazzi sono stati in grado di divertire,si, il pubblico presente,ma soprattutto,lanciare in alcune scene dei messaggi di pace,amore,fratellanza,che con i tempi che corrono servono sempre di più. Ringrazio tutti i protagonisti per la bella serata trascorsa e speriamo di continuare così,mantenendo sempre vive queste belle tradizioni,qual è anche il carnevale,riuscendo sempre a coniugare il divertimento con l’amore verso il prossimo.

Ciao a tutti Sara.

Un patrimonio di tutti

Un gruppo di bambini e ragazzetti sta cercando un posto dove poter giocare a pallone. La piazza del paese si presta allo scopo, o meglio, è l’unico spazio abbastanza capiente per potersi sfogare. A volte, purtroppo, capitano degli inconvenienti, in special modo con le persone più adulte o anziane, visti gli schiamazzi e qualche birichinata dei fanciulli… Correvano gli anni settanta-ottanta e, oggi, per fortuna, qui da noi non è più così.

Il campetto dell’oratorio è stato realizzato dalla comunità parrocchiale per “dare” in particolare ai nostri bambini e ai ragazzi uno spazio dove giocare, dove condividere momenti liberi di ritrovo.

I bambini dell’asilo parrocchiale, nelle giornate di bel tempo, passano parte della loro giornata sul manto sintetico, seguiti dalle maestre durante le ore di scuola materna, e dai genitori dopo l’orario scolastico. 

Anche l’attività oratoriale dei nostri ragazzi più grandi è iniziata una domenica pomeriggio d’autunno, con una grande festa di giochi, presso la “nostra struttura parrocchiale” e qualcuno ne fa uso anche la domenica pomeriggio, nel periodo scolastico, quando il tempo lo permette.

I ragazzi delle scuole elementari e medie passando qualche ora a “dar calci alla palla” prima e dopo l’ora di catechismo o dopo le lezioni scolastiche, compiti permettendo.

Durante la settimana, nelle ore serali, alcuni calciatori, non più in “verde età”, hanno dato vita a “partitelle tra amici”, ed anche i giovani, spesso e volentieri, hanno fatto del “campetto” il loro luogo di ritrovo.

Il centro “S. Anna” si è prestato e si presterà sicuramente, soprattutto nelle ore serali, per attività sportive di gruppi di persone, che trovano modo di fare attività fisica condividendola con altri: lo scorso anno, per esempio, si sono organizzate iniziative come “Il torneo di calcetto a sorpresa”, “La caccia al tesoro” e “Il karaoke” che hanno occupato qualche serata estiva e fatto divertire parecchia gente.

I sacrifici di tante persone della nostra comunità hanno permesso la realizzazione di questo “sogno“, per il nostro paese; il nostro parroco di persona o coadiuvato da terzi, provvede a curarne apertura e chiusura: ad ognuno di noi spetta però il compito di vigilare, affinché questo nostro “patrimonio”, mantenga la sua funzionalità, rimanga pulito, nel rispetto di chiunque ne usufruisca, soprattutto dei più piccoli.

Non vuol essere questa una polemica o un rimprovero a qualcuno in particolare, ma è chiaro che un occhio di riguardo a chi fa uso della struttura e un minimo di responsabilità possono aiutare a rendere questo “luogo di ritrovo comunitario” sempre accogliente ed efficiente.

Vorrei spiegare con un esempio pratico quello che intendo: il piatto in cui si mangia non si lascia sporco a fine pranzo, ma viene subito lavato e riposto, così da essere pronto per il pranzo o la cena successiva, anche se questo costa dei piccoli sacrifici (soprattutto da parte di quel componente della famiglia che lo lava). Così anche per la struttura sportiva che ci riguarda, tutti hanno diritto di giocare, ma ognuno ha il dovere di renderla in ogni momento agibile per chi ne usufruisce dopo.

Per essere pratico e propositivo vorrei che si organizzassero ancora tante belle cose insieme, ma anche che ci ritrovassimo ogni tanto a “mantenere e conservare” una cosa molto cara a tutti noi.

“Quando due o più persone, grandi o piccole che esse siano, si trova nel nome del Signore, e in una struttura parrocchiale ci si deve riunire con questo scopo, Lui è in mezzo a costoro”.

Un papà.

 Le buone abitudini alleggeriscono la vita

Drin…Drin…
Il telefono suona, alzo il ricevitore e una voce di donna mi propone di acquistare un prodotto erboristico per dimagrire.
La proposta giunge inattesa…mi trovo impreparata ma rispondo:- Non mi serve, sono magra come un chiodo!
Sento mio marito ridere…anche nella nostra famiglia ci sono alcuni chili di troppo, ma non è necessario ricorrere a prodotti per dimagrire.
In caso di soprappeso o di obesità, una corretta alimentazione, associata alla pratica regolare di attività fisica, permette di ottenere una diminuzione del peso corporeo e di ridurre la frequenza delle malattie cardiovascolari. E’ stato ampiamente dimostrato, infatti, che è sufficiente anche la riduzione di solo il 5-10% del peso iniziale per indurre significativi miglioramenti di ipertensione arteriosa, diabete e patologie cardiovascolari.

Sarebbe opportuno non saltare mai un pasto. I principi dietetici essenziali ai quali attenersi sono i seguenti:

  •  ridurre i grassi di origine animale (burro, salumi, formaggi grassi) e privilegiare quelli di origine vegetale (olio extravergine di oliva)

  •  consumare regolarmente, secondo idonee quantità, cereali (pane, pasta, riso, polenta, patate), legumi (piselli, fagioli, lenticchie, ceci), verdura e frutta, carni magre, pesce;

  •  limitare il consumo dei cibi contenenti zuccheri semplici in particolare lontano dai pasti.

Cereali, derivati e tuberi

Preferire prodotti integrali: riso, pasta, pane, fette biscottate, cracker, farina.
Da consumarsi con moderazione: farina bianca, pasta all’uovo, fette biscottate comuni, pizza napoletana, gnocchi, grissini e cracker di farina raffinata tipo “ 00”.
Da consumare solo occasionalmente: purè di patate, pizza ripiena.

Carne, pesce, uova

Non superare 200- 250 grammi di carne o alimento equivalente al giorno.
Togliere tutto il grasso visibile della carne e del pollame prima della cottura.
E’ raccomandato il consumo regolare di pesce.
Limitare salumi e insaccati in genere, piatti preparati con burro, strutto, interiora, fritture o soffritti.

Latte e derivati

In caso di soprappeso latte intero, panna, yogurt intero, formaggi ricchi in grassi vanno assunti solo occasionalmente.
Il consumo di formaggi va limitato a 2-3 volte a settimana.

Legumi

Fagioli freschi g 150, piselli freschi g 250, fave fresche g 300 o una porzione di legumi secchi g 60.

Grassi

Tutti i grassi devono essere eliminati.
Vanno preferiti e comunque usati con moderazione: olio extravergine di oliva, olio di semi (girasole, mais,soia arachidi).
Vanno usati occasionalmente burro, lardo, margarine, oli vegetali di origine non conosciuta.

Frutta

Attenzione alla frutta secca molto ricca di zuccheri (datteri, prugne, fichi) e alla frutta oleosa molto ricca di grassi (noci, nocciole, pistacchi).

Verdura

A volontà: cruda, cotta, surgelata...
Fare attenzione all’uso dei condimenti durante la preparazione: evitare maionese, olio in eccesso...
Per dare più sapore utilizzare odori, aromi naturali, spezie, aceto, succo di limone.

Bevande

L’acqua è la sola bevanda indispensabile: si raccomanda di bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno, naturale o frizzante.
Le bevande dolcificate con zucchero sono sconsigliate, si potranno invece bere i succhi di pomodoro.
Limitare le bevande alcoliche (vino rosso o bianco secco, spumante, whisky, grappa) perché forniscono calorie, limitare il consumo di birra e delle bevande alcoliche contenenti zucchero (amari, vini dolci e liquori).

Zuccheri

Limitare i prodotti contenenti zuccheri semplici (cioccolato, marmellata, dolci, biscotti, gelati…);in quantità limitata potranno essere consumati alla fine del pasto, soprattutto se è stato ricco in fibre.

 

Muoversi per mantenersi sani

Accanto alla dieta, lo strumento che può aiutare a perdere peso è l’attività fisica.
…come iniziare l’attività fisica...
Iniziarla lentamente ed aumentarla progressivamente nell’arco di qualche settimana.
Iniziare camminando a passo non troppo svelto o utilizzando la bicicletta senza esagerare.
A regime, dedicarvi almeno 30-45 minuti al giorno per 5-6 giorni alla settimana.
Svolgerla continuativamente o, se non fosse possibile, suddividerla in un paio di volte al giorno.

 

Gli errori più comuni

  • Saltare la colazione del mattino

  • Non frazionare l’alimentazione in 4-5 volte nella giornata

  • Concentrare la maggior  quantità di cibo nella cena

  • Consumare spuntini a elevato apporto calorico

  • Eliminare dall’alimentazione uno o più gruppi alimentari

  • Consumare poca acqua

  • Non praticare attività fisica

Come fare la spesa?

  1. Non andare a fare la spesa a stomaco vuoto (si può essere tentati di comprare qualsiasi cosa si vede sugli scaffali).

  2. Stare lontani dai reparti che espongono cibi da evitare.

  3. Preparare una lista ed attenersi ad essa.

  4. Abituarsi a leggere le etichette sulle confezioni.

  5. Evitare i cibi precotti: spesso sono ricchi di calorie e di grassi.

  6. “Se non lo compri, non puoi mangiarlo”.

Come preparare i cibi?

  1. Non mangiare mentre si cucina, a meno che non si tratti di verdure fresche.

  2. Per cucinare servirsi di tegami antiaderenti per ridurre i condimenti di cottura.

  3. Togliere dalla carne tutto il grasso visibile.

  4. L’ideale è cuocere alla griglia, al forno, nell’acqua, al vapore o al cartoccio.

  5. Introdurre le spezie al posto dei grassi. Erbe e spezie fresche vivacizzeranno qualsiasi piatto senza aggiungere calorie o grassi.

  6. Se possibile, congelare immediatamente gli avanzi in modo da non fare razzia più tardi nel frigo.

Come servire il cibo…

  • Preparare singole porzioni evitando di mettere in tavola i piatti da portata, il cestino del pane, 
    salse varie, per non consumare in eccesso determinati cibi.

  • Servire il cibo facendo uso di piatti di piccole dimensioni, per evitare che la quantità di cibo, in piatti troppo grandi, sembri scarsa.

  • Mettere nel piatto la quantità di cibo adeguata (o prescritta dalla dieta) ed evitare di servirsi una seconda volta.

Mangiare… come?

  • Evitare di mangiare in pochi minuti, magari in piedi, leggendo il giornale o guardando la TV. Masticare bene e a lungo, in questo modo, il cibo si assimila meglio e, sul piano psicologico, si ha la sensazione di mangiare di più.

  •  Fare molte pause durante il pasto, in modo da rendere possibile che i cibi ingeriti esercitino il loro potere saziante. 

  • Consumare verdura cruda e o cotta a volontà come prima portata. 

  • Evitare di utilizzare il pane per ripulire i piatti da sughi o intingoli.

  •  Bere acqua prima e durante i pasti.

  • Prima di stappare una bottiglia di vino, avere ben chiaro quanti bicchieri se ne berranno.

  • Cercare di consumare i pasti sempre alla stessa ora al fine di regolarizzare i meccanismi di fame e sazietà e non correre il rischio di essere colti da fame improvvisa.

Per evitare di prendere peso si deve fare
una colazione da re,
un pranzo da principe e
una cena da povero.

 Buon appetito!  

Nadia


 

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