Vogliamo vedere Gesù
È la
richiesta fatta da un gruppo di greci a Filippo e ad Andrea e dagli Apostoli
girata a Gesù stesso. Certamente
non è una semplice curiosità superficiale; in essa si può sentire il
desiderio di “vedere-dentro”, lo spessore di una conoscenza più
profonda, capace di aprire un cammino di fede. Ma è anche un grido che
sale, forse in modo inconsapevole, dal mondo che ci circonda, tormentato da
tante tristezze, divisioni, egoismi, da tanto dolore, guerre, distruzioni e
sangue, alla ricerca di un raggio di speranza, che ridoni il senso vero
della vita e di una serena convivenza tra di noi. E,
se ci ascoltiamo bene, certamente non facciamo fatica a riconoscere che,
almeno in certi momenti, può essere questo un accurato desiderio, che
cogliamo anche dentro di noi: “Voglio vedere Gesù! Ho bisogno di
incontrare Gesù!” Ancora
oggi Gesù ci ripete: “ Io sono la luce del mondo. Io sono la Via, la
Verità e la Vita. Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.
Venite a me voi tutti, io vi ristorerò.” Gesù
ci apre il vero senso della vita, ci introduce nei grandi orizzonti dell’eternità.
Soprattutto ci fa conoscere il “Padre”. Anche a noi ripete: “Il Padre
vi ama”. E ancora “Voi siete tutti fratelli”. Il
vero incontro con Dio non può avvenire se non “in Gesù, per Gesù e con
Gesù!” È l’annuncio
gioioso del mistero Pasquale! Davanti a Lui non servono le teorie
scientifiche o le grandi discussioni. Non c’è che la fede o l’incredulità.
Se vuoi puoi rifiutare tutto (anche il disinteresse ha la pesantezza del
rifiuto!), ma puoi anche credere. La
fede è un dono, ma molto dipende anche da te! La
fede è una risposta che appartiene all’amore. Credere è donarsi; donarsi
è amare. Amare è seguire le orme del Dio fatto uomo, dell’uomo fattosi
fratello di tutti, di Colui che ha dato la vita per la salvezza di tutti e
che, risorto, dice ancora ai suoi discepoli: “Non temete… Sarò con voi
sempre! (…) Io ho vinto il mondo”. Scegliere
Lui è scegliere l’amore più grande, è rinunciare a tutto per stare con
il “tutto”, per farlo conoscere a tutti. “Voglio
vedere Gesù!” “fare Pasqua” è il modo più vero per dare risposta a
questo desiderio. E se quanti ci stanno vicino nella vita di ogni giorno
dicessero a noi cristiani del terzo millennio: “Vogliamo vedere Gesù!”
chissà se guardandoci nella nostra vita di sempre, potrebbero riscoprire in
noi un riflesso del volto di Gesù?!
È il
mio augurio
pasquale per tutti. Don Giacomo
Via Crucis 2004
Uno dei
tanti commenti sul film “La passione di Cristo” di Mel Gibson è stato:
“Dopo aver assistito alle ultime dodici ore di vita di Gesù, si esce
dalla sala turbati e in silenzio“. Parte
di questa sensazione l’ho avuta anche dopo aver assistito alla nostra via
Crucis. L’interpretazione
è stata forte, commovente, è passato il messaggio: ”Gesù ha sofferto
per noi”. La sua
sofferenza non è solo fisica, ma soprattutto una sofferenza intima, il
cuore di Gesù si strugge perché è stato condannato dal popolo che lo
circonda e per il quale ha dato la vita. Egli
sapeva già che sarebbe stato tradito, che avrebbe dovuto soffrire, ma la
sua disperazione è scritta sul volto mentre piange nell’orto degli ulivi,
mentre riceve la condanna da Pilato, mentre viene schernito e percosso dai
soldati; ma le parole del Padre Suo gli ricordano che Egli è venuto per la
nostra salvezza e quindi proprio perché ci vuole bene è disposto a morire
per noi. Quel bene
dobbiamo ricordarcelo, non solo durante la Settimana Santa, ma ogni momento
della nostra vita, specialmente quando siamo messi alla prova, nel momento
della sofferenza, perché un giorno saremo giudicati anche in base alla
capacità di portare le nostre croci. Un esempio che ci viene dato a tal
proposito è quello di Maria che nonostante il grande dolore provato nel
vedere il figlio crocifisso, gli è accanto, lo accarezza amorevolmente come
se volesse riportarlo in vita o ancor più come se volesse ricordarci che l’amore
per i propri cari resta in fondo al cuore anche dopo la morte. L’amore
di Maria è grande, forte, il suo cuore è pieno di fede in Dio ed Ella si
abbandona tra le braccia di Giovanni e prega. Gesù e Maria ci danno una
grande lezione d’amore e noi come cristiani dobbiamo seguire il loro
esempio e il risultato sarà certo, se siamo sorretti dalla fede; solo così
possiamo restare disponibili al perdono e all’amore verso il prossimo.
Michela
L’anno dell’Eucaristia
È già
iniziato, in tutta la Chiesa, nell’ottobre scorso e durerà fino all’ottobre
2005. L’ha
voluto il Papa Giovanni Paolo II° e lo ribadisce con fermezza: con lo
sguardo rivolto a Cristo, centro
della storia della Chiesa e di quella dell’umanità; e in particolare, per
un anno rivolgere lo sguardo su Gesù presente nell’Eucaristia. L’anno
dell’Eucaristia “nasce dallo stupore con cui la chiesa si pone di fronte
a questo grande mistero”, perché l’Eucaristia è mistero di presenza,
per mezzo del quale si realizza in modo sommo la promessa di Gesù di
restare con noi fino alla fine del mondo. Il documento papale è suddiviso
in 5 parti: ”Nel solco del Concilio e del Giubileo”, ”l’Eucaristia
mistero di luce”, ”l’Eucaristia sorgente ed Epifania di Comunione”,
”l’Eucaristia principio e progetto di missione” e, infine, una
conclusione. Per vivere al meglio questa esperienza eucaristica è
interessante mettersi nell’atteggiamento e nello spirito che il Papa
suggerisce per vivere questo anno: sentirsi come i discepoli di Emmaus!
Senza temere che questo cammino sia un uscire dalla realtà di ogni giorno,
o sia una pura illusione, o il facile e frequente modo di esprimersi della
fede cristiana staccata dalla vita concreta. Ci pensa il Papa a farci stare
con i piedi per terra dicendoci: -Sulle strade dei nostri interrogativi e
delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre cocenti delusioni, il
divino viandante Gesù continua a farsi nostro compagno per introdurci con l’interpretazione
delle Scritture alla comprensione dei misteri di Dio”. Ecco,
allora, l’importanza dell’Eucaristia come luce e forza della vita
quotidiana, che fanno sperimentare la gioia e la pace dell’incontro con
Cristo. L’Eucaristia
rappresenta il centro e il vertice di tutta la Storia della Salvezza.
Quando si celebra l’Eucaristia
è lo stesso Signore Gesù che si offre al Padre, la Messa non è un puro
ricordo realizzato da altre persone, ma è sempre Lui che è sempre vivente
e intercede per noi. Quindi il ministro principale della Messa è Cristo
stesso. Il discepolo che Gesù tanto amava, Giovanni, non ci racconta l’istituzione
dell’Eucaristia nell’ultima cena, ma ha voluto indicarci un altro tema
importantissimo della celebrazione, cioè il Servizio ai fratelli, farsi
ultimo: il Maestro lava i piedi ai discepoli quasi a voler indicare la
predisposizione a un animo di servizio e carità fraterna. Non c’è quindi
Eucaristia senza servizio e senza amore per i fratelli. Nel
mistero dell’Eucaristia troveremo la fonte perenne di ogni autentica
sapienza, la sorgente fresca di ogni scienza, la bussola che guida sicura il
nostro cammino nella verità e verso la verità. Dall’Eucaristia verrà la
forza per essere sale e luce nel mondo contemporaneo segnato dalla
frattura tra Vangelo e cultura e da una visione secolarizzata della vita.
Dall’Eucaristia verrà la forza per essere sale e luce,
testimoniando, soprattutto, la verità sull’uomo. Dall’Eucaristia
verrà la forza per essere sale e luce tramite una continua proposta
dei valori etici: verità, giustizia, solidarietà e libertà.
Maria Teresa
Bambini e “Catechismo” “
Insegnare a pregare ad un bambino e’ donargli la forza per imparare
a vivere “
In più
occasioni ci siamo soffermati sull’importanza del catechismo e sul
ruolo fondamentale che hanno i genitori ad essere in prima linea i “veri
catechisti” per i loro figli. Dunque
tutti noi sappiamo che il regalo più grande che possiamo fare ai
nostri bambini è quello di insegnargli l’amore per la Parola di Dio. In
questa occasione si vuole ricordare l’essenzialità della preghiera. Molte
volte ci chiediamo quale sia il momento giusto per insegnare ai “nostri”
bambini a pregare...I bambini imparano a pregare ascoltando
noi a pregare... prima
di andare a scuola... prima dei pasti... a catechismo... mentre li accompagniamo
a dormire... Dobbiamo
imparare a pregare con loro, in modo che diventi una consuetudine per loro
“dialogare e ringraziare” Dio. I
bambini imparano ad ascoltare la Parola di Dio quando noi, ascoltiamo con
loro la Parola di Dio in chiesa durante la celebrazione della Santa Messa
domenicale e feriale. Allora...
è un impegno di tutti noi assieme essere per i “nostri bambini” la
testimonianza, la presenza e la guida nella conoscenza dell’amore di Dio
per tutti.
Una
catechista
Mercatini di Natale
8 Dicembre
2004, giorno dell’Immacolata Concezione, ormai manca poco all’evento del
Natale e gia l’atmosfera assume quei toni tipici della festa, della gioia,
dell’attesa. Espressione
caratteristica è anche il mercatino Natalizio che già da qualche tempo
viene allestito nel nostro paese e che oltre a dare la possibilità a chi
acquista di contribuire ad una raccolta che viene poi devoluta per opere di
prima necessità e pronto intervento, permette anche di poter abbellire,
decorare, ognuno manifestando il gusto personale, la propria casa con dei
segni, degli addobbi……Una particolarità è che si tratta di un
mercatino artigianale in quanto la maggior parte degli oggetti vengono
preparati e confezionati a mano! Da
qui l’importanza di tutto quel percorso di preparazione, di
collaborazione, di impegno nell’impegnarsi per mettere a frutto la propria
creatività e poter così realizzare quegli oggetti molto colorati,
sfiziosi, elaborati che vanno a sollecitare e stuzzicare l’attenzione
della gente. Lodevole
in questo senso l’impegno del gruppo delle nostre ragazze e di altre
persone che molto generosamente si rendono disponibili a tale fine. Quest’anno
poi, su richieste del Comune di Valdisotto in collaborazione con l’Unione
Commercianti, siamo stati invitati inoltre a partecipare sempre per l’8
Dicembre al consueto mercatino che si tiene i Piazza Cavour a Bormio. Per
questa giornata un gruppo di persone del paese, in costume, si è alternato
nella vendita di prodotti gastronomici “casalinghi” tra cui marmellate
di sambuco, giardiniere, liquori nonché dell’ormai famoso e delle
proprietà eccellenti, “Saòn de Bàita”. Un’
ulteriore esperienza questa che ha dato soddisfazione nel vendere i nostri
prodotti preparati con tanta semplicità e genuinità, trascorrendo una
giornata a contatto con le persone che curiosamente e simpaticamente si sono
avvicinate al nostro banco vendita.
Una mamma
Missioni, 24 ottobre 2004
Come ogni
anno, in occasione del mese di ottobre, mese missionario, il Santo Padre, ci
invita ad essere anche noi missione. Anche
la nostra Parrocchia ha quindi accolto questo invito, promovendo, già da
qualche anno, un banco vendita di dolciumi e leccornie per poi destinare il
ricavato per le missioni. Siamo
tutti molto golosi, e quindi non è stato difficile vendere i numerosi
prodotti: torte, tortine, marmellate, conserve preparate da tante mani
laboriose. Come
sempre la risposta è stata molto più di ciò che speravamo, possiamo
sentirci anche nel nostro piccolo, aiutando l’attività di tanti
missionari, più Chiesa. Eucaristia
e missione formano un binomio inscindibile, e tutti dobbiamo sentirci
inviati come missionari a diffondere in ogni ambiente il grande dono
ricevuto. Chi
incontra Cristo nell’Eucaristia non può non proclamare l’amore
misericordioso di Cristo morto per noi. Siamo
quindi tutti chiamati alla missione come Testimoni dell’Amore di Dio per
noi.
Grazie
a tutti per la generosità dimostrata. Maddalena
Concerto dei Nomadi
A settembre abbiamo
avuto la possibilità di ascoltare il concerto di questo gruppo “evergreen”
che, attraverso le sue canzoni, porta avanti l’ideale di un mondo
migliore. Un mondo senza guerra, senza bambini che muoiono di fame o sete,
senza odio creato dalla brama di potere. Una speranza che si alimenta
continuamente attraverso lo sdegno che ogni uomo dovrebbe avere nei
confronti di queste cose negative e il coraggio che ognuno deve avere nel
credere in un mondo migliore e, quindi di fare qualche cosa perché questo
avvenga, senza dimenticarsi di essere se stessi, nella semplicità, senza
farsi prendere dall’ambizione di arrivare sempre più in alto, un passo
per volta. Quello dei nomadi è un gruppo che si da dà fare concretamente
per aiutare le popolazioni in difficoltà devolvendo parte del ricavato dei
concerti, per esempio, per aiutare gli indiani Lakota o i Chipas; quello che
loro sostengono sia il modo migliore per fare politica, rispettando la
dignità di un popolo, rivalutandone la propria cultura o, in questa
occasione, raccogliendo fondi a favore della “Centralina”: centro di
prima accoglienza per tossicodipendenti, guidata da Don Diego Fognini. Un
gruppo che durante il concerto trasmette la propria semplicità al pubblico
chiamato ”il settimo elemento” della band, perché si crea un contatto
magico fatto di richieste di canzoni, di scambio di regali, di impegno da
parte dei fan club nell’aiutare i Nomadi nella raccolta di denaro per i
meno fortunati, che fa capire attraverso le canzoni il senso profondo della
vita, sostenendo che è inutile andare alla ricerca di chissà che cosa, se
ti accorgi che le cose più belle le puoi facilmente trovare anche solo a
partire dal sorriso di chi ti è vicino.
Uno spettatore
26 dicembre: Tsunami
È
incredibile pensare che l’acqua, oltre che essere un elemento
indispensabile per la vita di ogni essere vivente, possa diventare un
terribile strumento di distruzione di massa. Quanto accaduto nel sud-est
asiatico alla fine dello scorso anno, ha lasciato il mondo intero attonito
davanti alla disperazione di tanta gente per quanto distrutto, ma
soprattutto per le migliaia di vittime mietute dal maremoto. A
tutt’oggi non è stato possibile formulare un esatto bilancio sia in
termini di vite umane perse, sia in quantificazione dei danni subiti dalle
popolazioni residenti. Comunque
possiamo conoscere con certezza di quanta solidarietà e di quanto amore l’uomo
è capace, quando una tragedia di queste proporzioni colpisce un suo simile.
I nostri “fratelli”,
non importa di quale religione o ceto sociale facciano parte, hanno
ricevuto, attraverso molteplici “canali”, un contributo mai riscontrato
in nessun’altra catastrofe a livello mondiale. La nostra parrocchia, su
invito del don Giacomo, ha voluto anch’essa partecipare a questo atto
benevolo. Nel
giorno dell’Epifania, durante le S. Messe, e nei giorni successivi, sono
stati raccolti nella comunità € 2.400,00 consegnati alla Charitas
diocesana, per devolverle a quelle popolazioni tanto provate. La speranza è
che un “piccolo-grande” gesto, come il nostro, possa, almeno in parte,
alleviare le sofferenze, o quantomeno aiutare a ricostruire qualcosa che è
andata distrutta in quell’evento così catastrofico.
Un
compaesano
Celebriamo il Sacramento del Perdono
È un
momento importante: è come un nuovo Battesimo. Incontri
Gesù crocifisso e risorto, che ti aspetta, ti accoglie e ti perdona. I
bambini di terza elementare, dopo la Prima Confessione, così si confidano:
Andrea
Pensando
di affrontare la prima Confessione , mi sentivo molto emozionato. Entrati
in chiesa don Giacomo ci ha messo subito a nostro agio, preparandoci alla
confessione, raccontandoci la parabola del “Buon Pastore”. Allora
ho capito che Gesù sa perdonarci tutto e solo con Lui vicino possiamo
essere più felici.
Eleonora
“Ti
assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo. Amen” È
stato bello anche avere vicino a noi i nostri genitori che ci hanno
accompagnati a fare questo importante atto di penitenza. Alla
fine tutti insieme siamo andati all’asilo a fare merenda.
Giulia
Quando è
toccato a me, avevo le mani sudate, il cuore mi batteva forte, ma quando ho
iniziato a confessarmi mi sono calmata. Ho
sentito Gesù vicino a me che perdonava i miei peccati. È
stata una giornata emozionante e bella.
Joy
Domenica
13 febbraio, insieme ai miei compagni di terza, ho fatto la prima
confessione. È
stato molto bello, perché siamo stati vicino a Gesù con la preghiera e,
dopo la confessione, io ho provato un grande sollievo, il mio cuore era
libero da tutti i peccati che avevo commesso, perché Gesù me li aveva “cancellati”.
Lucas
Il giorno
della prima Confessione ero molto emozionato, non sapevo cosa dovevo dire a
Gesù. Poi, mi
sono avvicinato a don Giacomo e mi sembrava di essere a casa a dire i
peccati alla mamma e mi sono tranquillizzato. Sono
tornato dal papà a dire la mia gioia e tutti insieme siamo andati all’asilo
a far festa.
Eravamo
tutti in pace.
I bambini
di terza
elementare
25°
Don Enzo
Carissimo
don Enzo, con grande gioia e commozione, sebbene assente fisicamente,
partecipo spiritualmente al tuo 25° di ordinazione sacerdotale. È un’occasione
per rendere grazie al Signore, con Te, con la mamma, con tutta la nostra
famiglia salesiana, per tanta grazia e tanto bene che in questi 25 anni di
sacerdozio ti ha concesso di donare a tanta gente, ragazzi, giovani e
famiglie, nello spirito e nello stile di Don Bosco nelle diverse comunità
dove l’obbedienza ti ha collocato, sia in Italia che in Svizzera. Da Darfo
a Milano, da Parma a Zurigo, da Reggio Emilia a Codigoro. La mente corre a
25 anni fa, a Darfo dove sei diventato sacerdote, il compleanno più bello
della vita di papà Marco, e a Piatta dove hai celebrato la tua Prima Messa,
quasi una consegna di don Giuseppe che quella stessa notte ti passava la
stola. Mi trovo in questo momento, in un villaggio a nord-est della Romania,
a presiedere la concelebrazione con due sacerdoti novelli romeni della
congregazione di Don Orione che oggi celebrano la loro Prima S. Messa al
loro paese. Ci accomuna la stessa eucaristia che ci riunisce attorno a
Cristo centro di unità e di carità ed allora le distanze non contano più.
Mi unisco pertanto alla preghiera di tutti, del Parroco, don Giacomo e gli
altri sacerdoti, dalle suore Poverelle e di tutto il popolo di Dio per
augurare a Te, caro don Enzo, ogni bene spirituale e materiale e per
auspicare su di Te tutte le benedizioni dal Cielo da parte di Dio e di
papà.
Con affetto tuo
fratello don Ugo
I Confratelli di Piatta
Riportata
ad antichi splendori, dopo anni di inattività, in occasione della festa
patronale del 2004, la confraternita del S.S. Sacramento della parrocchia di
Piatta, su invito di don Giacomo, si è ritrovata venerdì 11 marzo per
festeggiare la Santa Pasqua, con una cena “ di magro”. Molto
sentita e numerosa la partecipazione dei confratelli che non hanno voluto
mancare ad un appuntamento di grande importanza come quello di ritrovarsi
tutti assieme e, in un certo senso, rivivere quella che fu l’ultima cena
che Gesù ebbe con i suoi apostoli. A
tal proposito, negli anni a venire, si è deciso di mantenere questo
incontro conviviale la sera del Giovedì Santo proprio per dare maggior
significato a tale gesto. Molto
gradita la presenza di don Gianfranco Pesenti, nativo di Premadio, e parroco
per anni a Grosio, che ha parlato dell’ importanza della confraternita all’interno
di una parrocchia, di quali siano i compiti dei confratelli e di come sia
importante avere persone che, a differenza dei religiosi i quali fanno voto
di obbedienza, povertà e castità, diano testimonianza ed espressione di
Fede e devozione al Santissimo Sacramento. Per
concludere vorrei porre un sentito ringraziamento da parte dei confratelli
tutti, a chi ha prestato un po’ del suo tempo libero per preparare la
cena, per altro molto buona nella sua semplicità, e servirla in tavola,
augurando a loro e a tutti voi lettori di Ora et Labora
Buona
Pasqua! Massimo
Professione religiosa perpetua di
Suor Anna
Cosa fa un
sabato pomeriggio nella Chiesa del seminario di Bergamo una “platina” in
compagnie di due bergamasche, una milanese, una calabrese, una emiliana e
addirittura di due cittadine delle isole Samoa n Oceania? Si sdraia per
circa un quarto d’ora a faccia in giù sul pavimento e…pensa, prega e
decide! Non è una barzelletta, ma quanto è accaduto il 28 agosto 2004 nel
momento più commovente della Professione Religiosa Perpetua di Sr. Anna
Canclini con altre quattro suore delle Poverelle e tre Sacramentine. Subito
dopo la preghiera litanica e l’invocazione dello Spirito, ciascuna di loro
inginocchiata davanti alla propria Superiora Generale ha pronunciato la
formula con la quale si impegna a dedicarsi interamente e per sempre
al servizio di Dio e dei fratelli e subito dopo, sull’altare, ha firmato
il documento dell’avvenuta Professione. Domenica 29 Agosto durante la S.
Messa delle 10.30 Suor Anna ha ripetuto davanti al Signore e alla nostra
comunità di Piatta la sua offerta di totale consacrazione al Padre e al
servizio dei poveri. Don
Giacomo ha sottolineato l’importanza di un evento che in ogni parrocchia
tanto raramente e che difficilmente anche a Piatta si ripeterà ma nello
stesso tempo ha invitato ciascuno di noi a pregare perché altri giovani
possano rispondere con gioia di si al Signore che chiama ancora.
Le sorelle
Clara e Luisel
Capitolo famiglia marzo 2005
Nel numero
precedente abbiamo proposto di pensare :
-
Qual è la molla
che attrae un uomo e una donna?
-
Cosa significa
“vivere una relazione”?
-
Come e con che
scopo pensare a un progetto di vita di coppia?
Alcuni parrocchiani
ci hanno scritto qualche riflessione, che riportiamo di seguito.
Famiglia…
Anch’io penso che
l’argomento sia interessante, un argomento bello e difficile, concordando
con il pensiero di chi dice “essere famiglia oggi è in un certo senso una
sfida”. Effettivamente tutto parte dall’innamorarsi di una persona che
ti colpisce per lo sguardo, per l’aspetto fisico, per un sorriso, per la
sua simpatia ma più profondamente per i suoi ideali di vita o amore, che
concordano con i tuoi. Questa
è la molla, ma l’essere famiglia, arrivare al dunque si rivela un impegno
molto più serio, più responsabile e a volte faticoso. Non
si è più soli, la famiglia si allarga, ci sono suoceri, fratelli, nonni...
che ne fanno parte integrante, e poi i figli che danno gioia, soddisfazioni,
che hanno bisogno di consigli, di essere ascoltati e a volte di qualche “strigliata”,
con i quali il dialogo è super-importante. Non
dà ultimo c’è da considerare l’individualità di ciascuno, i desideri,
il bisogno di ritagliarsi uno spazio per esprimere la propria personalità.
Questo è forse l’aspetto che viene messo più in discussione, infatti
ogni componente della famiglia dovrebbe agire in funzione alle esigenze di
quest’ultima, qualche volta dovendo rinunciare alle proprie necessità. Suor
Luis-Agnes scrivendo in proposito, pensava che essere famiglia
significa scegliere di diminuire perché altri crescano, con amore e
semplicità nei tempi lunghi di una vita. Dalle beatitudini della famiglia
raccogliamo anche: beata la famiglia che vive i propri legami preoccupandosi
della crescita dei figli, ma rispettandone la loro personalità, le famiglie
in cui i contrasti sono una palestra per crescere nel rispetto e nel perdono
vicendevole. Concludo
pensando che quando le persone decidono di diventare famiglia danno scopo
alla propria vita e considerando che quando c’è qualcosa che non va per
il verso giusto possiamo parlare con amici, persone che ci stanno vicino, ma
solo all’interno della famiglia si trovano le soluzioni dialogando con chi
ti sta vicino nella quotidianità, con chi ti conosce, ti vuol bene e ti
rispetta per quello che sei in funzione dell’amore che ti lega l’uno all’altro.
Una mamma
Cos’è il
progetto di coppia?
Per
rispondere a questa domanda viene spontaneo chiedersi cos’è la coppia e
cosa s’intende per progetto. Pensare alla coppia rimanda essenzialmente a
due realtà: i soggetti che la compongono e la scelta maturata in un certo
momento di condividere la propria vita con un’altra persona. Inoltre due
persone che si uniscono mettono in conto di essere coniugi e di diventare
genitori. Essere coniugi, a nostro avviso, significa aprirsi alla relazione,
volersi bene, accettarsi, accogliere il limite proprio e dell’altro,
vivere la fedeltà come rinnovo quotidiano dei sì espressi durante il rito
del matrimonio. Talvolta succede che i coniugi si “accontentino” della
loro relazione, diano per scontato che è quello che è, poco investano
perché il rapporto si rigeneri costantemente. Costruire e dunque avere un
progetto di coppia sembra l’antidoto al “rinsecchimento” della
relazione; il progetto è il collante della coppia; potrebbe essere definito
l’orientamento, la prospettiva di fondo su cui si snocciola la vita di
tutti i giorni. Il
progetto può essere paragonato a una cassetta degli attrezzi: sono utili,
in alcune situazioni necessari, ma a condizione che qualcuno li sappia
usare. Avere un progetto, però, non permette di sentirsi esonerati dalla
ricerca, dalla fatica, dal dolore, dalla gioia, dalla soddisfazione. A
ciascuno rimane la responsabilità di realizzare se stesso, anche attraverso
la condivisione della vita con il proprio coniuge, nella certezza che lo
Spirito Santo che il giorno del matrimonio ha sancito l’unione degli
sposi e che il giorno del battesimo li ha resi figli di Dio benedice e
sostiene ciascuno nel cammino incontro al Padre.
Marco e
Attilia
I fattori
che inducono due giovani di sesso diverso a un interesse reciproco sono
numerosi. Anzitutto
la diversità
sessuale poi la simpatia, la curiosità, la ricerca di un completamento di
sé, di un partner con cui confrontarsi, di una persona che faccia
compagnia, che consoli, che ci aiuti o si faccia aiutare……Distinguere
tutti questi fattori è impossibile, anche perché la psiche è complessa,
varia e mutabile, ogni incontro ha caratteristiche proprie originali e
uniche. Ogni
incontro di coppia ha comunque al suo nascere qualcosa di magico… di
ineffabile… che la coppia inizialmente è interessata a conservare il più
a lungo possibile perché ci fa sentire importanti, esclusivi…
Non si vede l’altro per
quello che veramente E’... Si proiettano su di lui o lei, fantasie,
ideali, bisogni…ed ecco sparire il principe azzurro e la bella
addormentata.!!! E’
la prima reazione di delusione, dopo questa prima fase idealizzata ecco lo
scontro con la realtà. Ci
dovrebbe essere a questo punto il passaggio dall’innamoramento a quella
dell’Amore con la A maiuscola con una conoscenza molto profonda e un
dialogo il più possibile sincero per arrivare alla scelta completa e
consapevole dell’altro, qui inizia il percorso della coppia in modo
realistico alla scoperta delle diversità con le responsabilità -
difficoltà - fatiche della convivenza coniugale.
Silvana e
Ugo
Le
testimonianze pervenute ci aiutano a continuare il confronto iniziato. Ci
sembra che sollecitino altri interrogativi. chi lo desidera potrà
intervenire: il confronto sarà quindi più ricco. Ma
allora che cosa è l’amore? Che cosa è la felicità di coppia? Esistono
ingredienti base per una convivenza coniugale?
L’amore
esiste in sé e per sé oppure si costruisce e si coltiva?
Festa di San Pietro
Sono
orgoglioso di essere nato il 24/02/11 a San Pietro, un piccolo paese posto
in cima a una collina, sempre più vicini al Signore. Quand’ero piccolo il
giorno di S. Pietro, Erasmo e Marcellino, si faceva gran festa perché erano
i patroni del paese. Si celebrava la s. messa al mattino e il vespro al
pomeriggio, poi ci si ritrovava tutti sul sagrato della chiesa a fare festa
e giocare. Sono passati tanti anni senza fare niente e veniva segnata in
nero nel calendario anche la festa della Repubblica. Tutto questo portava
nel mio cuore tanto rancore. Quest’anno Don Giacomo con i ragazzi ha
voluto ritornare ai miei vecchi tempi celebrando la S. Messa alle ore 10.30;
poi con i ragazzi ci ha raggiunti nei prati di Campo Lungo per passare un
bellissimo pomeriggio insieme. Prima avevo preparato solo due patate per me,
Irma e Sandra, e mi sentivo malinconico. Quando come raggi di sole dalla
pista Stelvio vi ho visto arrivare tutti come processione , ho pensato
subito a far preparare a Irma una bella polenta e latte, in segno di gioia e
amicizia per voi. Mi sentivo davvero un re, in mezzo a tutti quei ragazzi
che giocavano e cantavano nel mio prato. Anche l’albero di ciliegio era
più fiorito. Un grazie particolare a D Giacomo, alle suore, a tutte quelle
persone che sono venute a trovarmi. Anche a 93 anni vi assicuro che è la
gente che fa compagnia, specialmente il sorriso di ragazzi felici che mi
hanno regalato e rammentato una giornata di sagra bellissima. Spero di
ritrovarmi un altro anno con tutti Voi. Grazie di cuore!
Atu e
compagnia
Gruppo Tradizionale Sant’Anna
È grande
soddisfazione poter dire che il Gruppo Tradizionale Sant’Anna sembra
proprio procedere a gonfie vele. La
conferma ci viene da più fronti: sempre viva e sostenuta la partecipazione
alle varie iniziative e sempre molte le richieste della nostra presenza alle
varie manifestazioni. Nelle
nostre uscite, non portiamo solo noi stessi, con noi c’è tutto il paese. Lo
spirito che ci unisce è la voglia di stare bene insieme, l’opportunità
di crescere a confronto, non dimenticando - anzi - riscoprendo quei valori
che dalle radici della nostra storia ci sono stati tramandati e che a volte
la vita frenetica di ogni giorno ci fa dimenticare. Sensazioni
ed esperienze di vita che ci accomunano anche a realtà diverse dalla
nostra, il percepire che quello che vogliamo che non vada perso è sentito
anche da altri. Il
fatto che molti si riconoscano nelle situazioni da noi proposte e quasi con
malinconia o comunque con grande sentimento di affetto, ricollegano il
ricordo ad un loro passato. Gli
appuntamenti che ci hanno visti impegnati nella scorsa estate e in autunno
sono stati:
Isolaccia
per una serata d’estate;
Piatta
il 25 luglio con la
Sagra del Pradèir;
Valfurva
il 31 luglio in occasione della festa per il Cinquantesimo
anniversario della conquista del K 2;
Vezza
d’Oglio il 1° agosto per la festa tradizionale La Dona del
Zuc;
Oga il
22 agosto in occasione della Sagra del persighìn;
Bormio
il 22 agosto (sera) con la riscoperta di vecchie corti del bormiese;
Cepina
il 17 agosto per la festa di Bentornato in onore di Ugo
Giacomelli;
Tirano
il 12 settembre in occasione del Festival Internazionale del folclore
montano, in concomitanza al Cinquecentenario dell’Apparizione
della Madonna di Tirano;
Varese
il 10 ottobre per il Raduno dei gruppi folcloristici della Lombardia,
giornata a confronto con le varie realtà della nostra regione;
Morbegno
dal 14 al 17 ottobre con la Fiera del Bitto (appuntamento che
ormai da anni ci vede in prima linea);
Milano
il 31 ottobre nell’affascinante contesto del Castello Sforzesco e del
Duomo in occasione del Capodanno Celtico.
Un grazie
veramente sentito a tutti coloro che attivamente sul “set” o “dietro
le quinte” (e sono molti) partecipano a queste iniziative. Un
grazie a chi ci segue e a chi, pur non potendo partecipare personalmente, ci
sostiene anche solo con un sincero e semplice sorriso.
Carla
Giornata del Pastorello
Pace,
gioia, amicizia… Sono questi i sentimenti che hanno caratterizzato la
giornata di venerdì 4 giugno 2004 ai Bagni di Valdidentro. Uniti, alla
festa del pastorello, i bimbi delle scuole materne dell’Alta Valle, le
insegnanti, il Gruppo Tradizionale Sant’Anna, i volontari e la nostra
guida spirituale: don Giacomo. Immersi nella natura incontaminata, abbiamo
fatto un tuffo nel passato e vissuto una giornata densa di emozioni. I
bimbi, con foulard al collo e bastone in mano, sono partiti dalla galleria
dei Bagni Vecchi per rivivere la “muda”. Giunti nel grande prato in
vicinanza delle vasche per il bagno degli animali, hanno assistito a scene
di attività pastorizia. Dopo il pranzo al sacco, nel bosco, sono apparsi
gli animali e i personaggi delle fiabe. Lo sguardo colmo di innocenza,
stupore e curiosità dei nostri bimbi… il loro essere semplici e pronti a
cogliere ogni aspetto della vita passata, sono fra i doni più grandi che
abbiamo ricevuto.
Una mamma
Il preséf nel segno di Maria IL TEMA
MARIANO SI E' SOVRAPPOSTO IN UN SUGGESTIVO PERCORSO ALLE SCENE DI NATIVITA'
Non
tradisce mai le
attese il presepe vivente di Piatta, divenuto con gli anni la manifestazione
forse più suggestiva e riuscita delle celebrazioni natalizie, grazie allo
sforzo e alla partecipazione dell'intera comunità, guidata dal locale
Gruppo Tradizioni, che col tempo è divenuto un fondamentale punto di
riferimento per la storia e le rievocazioni non solo della piccola frazione
di Valdisotto, ma dell'intera alta Valtellina, come dimostrano le sue
partecipazioni a vari avvenimenti. Quest'anno, con quell'originalità che di
edizione in edizione caratterizza l'iniziativa, il Presepe è stato dedicato
ai cinquecento anni dall'Apparizione della Madonna di Tirano, evento che
anche nella rappresentazione è andato sovrapponendosi a quella classica
della natività. La vicenda universale della nascita del bambino e quella,
più particolare, dell'apparizione di Maria si sono fuse ne riuscito "Preséf
del Santuari", che ha richiamato numerose persone, nelle sue messe in
scena, giunte da ogni parte del comprensorio grazie anche ad un apposito
servizio di bus navetta allestito per l'occasione. Segno di una notorietà
che va crescendo e che testimonia la bontà, oltre che la singolarità, di
questa proposta. Il Natale a Piatta è veramente speciale ed ancor più lo
è stato quest'anno, con Maria e Giuseppe, il cui peregrinare di luogo in
luogo è divenuto via via, nel segno della Madonna di Tirano, anche una
sorta di pellegrinaggio mariano. Immancabile, accanto alla componente
religiosa, anche quella etnografica e folkloristica, che da sempre distingue
l'operato del gruppo di Piatta: corti e vie si sono aperte per ospitare la
rappresentazione degli antichi mestieri e delle attività di una volta, a
partire dal classico "sciober", il ciabattino, che per Piatta
rappresenta una parte importante della propria storia e costumi. Le tre
rappresentazioni andate in scena hanno riscosso l'incondizionata ammirazione
degli spettatori, grazie anche alla partecipazione autentica e vissuta di
tutte le persone che con la loro buona volontà hanno dato vita a questo
momento indimenticabile. Luca
Paini
La
festa di Piatta rinnova la magia del presepe GRANDE
PARTECIPAZIONE ALLA SACRA RAPPRESENTAZIONE PROPOSTA DAL GRUPPO TRADIZIONI
DI VALDISOTTO E DEDICATA ALL'APPARIZIONE
Bagno di
folla e di emozioni per il "Preséf de'l Santuari", la sacra
rappresentazione messa in scena mercoledì sera dal gruppo Tradizioni di
Piatta. La piccola frazione della Valdisotto è riuscita a stupire anche
questo Natale, proponendo un presepe davvero speciale. Nell'anno del
cinquecentenario, Piatta ha scelto infatti di sovrapporre al mistero di
Gesù che entra nella storia il miracolo tutto valtellinese dell'apparizione
della Madonna al Beato Mario, a Tirano. Il peregrinare di Maria e Giuseppe
si è trasformato così. sull'onda delle suggestioni della vicina Madonna di
Tirano ma anche del santuario di Galivaggio, in un pellegrinaggio mariano,
sino alla capanna della Natività che è diventata il luogo dell'apparizione
e ha preso le forme della Porziuncola, la chiesetta di Assisi dove San
Francesco si sentì per la prima volta chiamato alla sue missione e dove
morì nel 1226. Accanto alla materia religiosa, che è stata il cuore
della rappresentazione natalizia, non è mancato neppure quest'anno il
folclore. Le corti del paese si sono infatti spalancate per mostrare angoli
di storia e antichi mestieri ormai dimenticati, come quello dello "sciober",
il calzolaio, mestiere che a Piatta vantava una lunga tradizione. Per dar
modo a tutti, turisti e residenti, di partecipare alla manifestazione sono
state effettuate tre rappresentazioni, una pomeridiana e due serali ed è
stato istituito uno speciale servizio di trasporto navetta che ha fatto la
spola da Bormio ogni mezz'ora.
Daniela
Valzer
Il
presepe di Piatta nel cantiere della basilica LA
RAPPRESENTAZIONE HA RICORDATO I 500 ANNI DELL'APPARIZIONE A TIRANO PRESENTE
LA GIUNTA DEL SIMONE La comunità
di Piatta riesce, ogni anno, a stupire. Il suo presepe vivente, nato nel
solco della più genuina tradizione italiana, oggi è diventato qualcosa di
straordinario capace di andare oltre la tradizione. Momento di
riflessione ed allo stesso tempo occasione speciale di incontro e di
accoglienza di una Natività sempre alla ricerca di una capanna dentro la
quale accogliere il Bambino Gesù. Questa volta la capanna ha trovato
spazio dentro il cantiere della basilica di Tirano, negli anni in cui veniva
costruito il santuario, punto di incontro di una sorta di viaggio nel tempo
scandito dalla presenza di Maria nel mondo e dalle sue apparizioni. Maestoso
nella scenografia (nella piazza del paese è stata ricostruita la facciata
della basilica della città aduana, dove la Madonna apparve al beato Omodei),
ma delicato nel suo incedere. Il presepe vivente di Piatta nelle
rappresentazioni di mercoldì scorso ha lasciato centinaia di spettatori
letteralmente a bocca aperta: da una parte per la semplicità della sua
proposta e dall'altra per il significato profondodel suo messaggio "Al
presèf del santuari". Nel quinto secolo dell'apparizione, quest'anno
il Presepe di Piatta s'è ispirato al santuario mariano di Tirano, ma
assieme, sfruttando la scenografia della basilica ancora in costruzione, ha
rievocato cinque momenti della presenza della Madonna nel mondo attraverso
altrettante apparizioni: quelle universalmente conosciute di Lourdes, Fatima
e Guadalupa; quelle più legate alla tradizione valtellinese e
valchiavennasca di Galivaggio e di Tirano. Particolarmente suggestiva,
quest'ultima, con la presenza di tutti i costumi valtellinesi a rendere
omaggio alla Madonna di Tirano. E dentro un cantiere, che rappresentava
la vita di quel tempo, di 500 anni fa in Valtellina, ha trovato albergo la
Santa Famiglia di Betlemme a cui i veggenti di ogni apparizione hanno
portato, straordinario filo conduttore della rappresentazione, il manto di
Maria. Gesù quest'anno è nato nel cuore della grande basilica. Alla
rappresentazione, oltre quella di Valdisotto era presente anche la giunta di
Tirano.
Armando
Trabucchi
Io
esploratore ….”senti chi parla”
C’erano
una volta un Signor “asilvecchio” con tanti
“simpabiribambinelli”che…. Ma
nooo!!!! Non una storia finta, raccontiamo quello che è successo a scuola
veramente!!!
Era
il mese di novembre e tutti eravamo emozionati all’idea che la nostra
amica Giada volasse in un paese lontano, anzi lontanissimo. In un paese,
dove anziché incontrare cervi nel bosco, si incontrano koala e canguri e
dove il nostro sole e il nostro giorno là sono il buio e la notte.
L’orologio, il tempo e le cose funzionano in modo “pazzcurioso”.
Proprio quella mattina, mentre in coro cantavamo “la canzone
dell’amico” per salutare Giada, dal registratore siamo stati interrotti
da una magica vocina che diceva: “ciao bambini…”.
Che
ridere! Chi sarà? È la voce di Don Giacomo! Noo, è di una donna vecchia
perché trema! Non sono le nostre nonne! È una voce che non ci conosce, ma
ci vuole bene; è la strega con la scopa, è venuta da un cartone animato!
È la strega e ha detto che dava il fieno al suo capretto! Maestre le
streghe non esistono. Chissà cosa e chi sarà stato?! Sapete, però,
salutare Giada è stato divertente ed emozionante; sembrava che tutti
fossimo entrati in una favola!
E
proprio come tutte le fiabe che sentiamo raccontare da mamma e papà,
all’inizio, seguono vicende e cose strane! A scuola con sorpresa troviamo
una scopa: è proprio volante, ci sparisce sotto il naso e rimaniamo tutti
ad occhi e bocca aperti. Arrivano anche un cappello a punta e un paio di
mutandoni sporchi e malandati! Sono le prove: avevamo ragione, quella vocina
era di una streghetta volante. “Che bello se venisse a trovarci qua
all’asilo; forse vorrà fare la merenda con noi; ci vorrà far giocare con
quelle cose lasciate all’asilo, forse viene ancora a fare un giro e poi
torna al castello… Passano i giorni e le notti; a noi bambini piace tanto
parlare di questa amica un po’ speciale e giocherellona che
si fa vedere e sentire qua e là ma non si ferma mai per parlarci e
per farsi toccare o dire qual’è la sua
casa! Pensiamo che sia invisibile, che abiti in un castello o sopra
una nuvola o all’asilo e che per vederla dovrebbe “trasformarsi in una
strega trasparente”.
Ci
viene una gran voglia di “stanarla”, di sapere come sarà la sua casa.
Come tanti cagnolini fiuta dentro, fiuta fuori. Ecco! Trovata la
sua casa, “su a
la Canalèta
”. Non solo! La furfantella si era presa tutti i nostri disegni senza
neanche chiedere o dire per favore. Non contenta ha poi spedito a Davide una
lettera contenente una magia: “Abra catù, bidibi bodibi bù, pilo pilù”,
vostra amica per giocare ancor di più! Che bello questa streghetta è
buona; vuole fare amicizia con noi, potremmo prepararle dei regali, potremmo
aiutarla a trovarci facendole trovare tanti bigliettini con le frecce per
dirle dove siamo!. Non serve sarà lei a batterci sul tempo. La nonna di
Davide la incontra e ci viene a chiamare all’asilo! Pronti, viaaaa!!
Armati di coraggio marciamo alla volta della “Canalèta”e trasformandoci
in “esploratoridoc” entriamo e svuotiamo la casetta della strega. Come
una squadra di formichine laboriose portiamo a scuola ogni cosa che troviamo
all’interno: corda, plastica, assi, chiodi , martelli, reti, stoffe ecc..In
gruppo decidiamo di giocare con tutto il materiale recuperato, schiacciamo
le paure, progettiamo un lavoro grandioso: “faremo una strega vera con
tanto di naso lungo a punta e con i brufoli, le faremo anche una casa con
pareti nere, ragnatele, pipistrelli e “calderone” per le pozioni e un
prato di fiori con la terra sotto”. Ognuno di noi, dal più piccolo al più
grande, sarà impegnato come “un vero operaio da cantiere” e, come si
aspettano i grandi, faremo nostri i contenuti delle parolone come
:”motivare i bambini all’attività esplorativa; lavorare
cooperativamente; formulare ipotesi; conoscere, associare, discriminare;
riconoscere emozioni e manifestarle; cogliere differenze negli oggetti e
negli spazi e trasformarli in modo intenzionale.
Ahhh!
Non dimenticate: se voleste venire a conoscere la nostra signora streghetta
e la sua casa vi aspettiamo! Non abbiate paura, perché è nostra amica; noi
bambini vi aiuteremo a cogliere quanto una cosa diversa possa trasformarsi
in una cosa amica, bella e preziosa.
Basta
bere una semplice “pozione”: “tornare bambini”.
Le
Maestre
Viva
il Carnevale
Sabato
6 febbraio 2005 sono stata presente alla festa di carnevale,organizzata
dalle catechiste e dai loro “alunni” svoltasi presso il salone
dell’asilo. E’ stata una serata piena di allegria,allietata da
scenette,musiche,balli,coriandoli e un buon rinfresco. Quello che mi è
piaciuto è stato il fatto che le catechiste e i loro ragazzi sono stati in
grado di divertire,si, il pubblico presente,ma soprattutto,lanciare in
alcune scene dei messaggi di pace,amore,fratellanza,che con i tempi che
corrono servono sempre di più. Ringrazio tutti i protagonisti per la bella
serata trascorsa e speriamo di continuare così,mantenendo sempre vive
queste belle tradizioni,qual è anche il carnevale,riuscendo sempre a
coniugare il divertimento con l’amore verso il prossimo.
Ciao
a tutti Sara.
Un
patrimonio di tutti
Un
gruppo di bambini e ragazzetti sta cercando un posto dove poter giocare a
pallone. La piazza del paese si presta allo scopo, o meglio, è l’unico
spazio abbastanza capiente per potersi sfogare. A volte, purtroppo, capitano
degli inconvenienti, in special modo con le persone più adulte o anziane,
visti gli schiamazzi e qualche birichinata dei fanciulli… Correvano gli
anni settanta-ottanta e, oggi, per fortuna, qui da noi non è più così.
Il
campetto dell’oratorio è stato realizzato dalla comunità parrocchiale
per “dare” in particolare ai nostri bambini e ai ragazzi uno spazio dove
giocare, dove condividere momenti liberi di ritrovo.
I
bambini dell’asilo parrocchiale, nelle giornate di bel tempo, passano
parte della loro giornata sul manto sintetico, seguiti dalle maestre durante
le ore di scuola materna, e dai genitori dopo l’orario scolastico.
Anche
l’attività oratoriale dei nostri ragazzi più grandi è iniziata una
domenica pomeriggio d’autunno, con una grande festa di giochi, presso la
“nostra struttura parrocchiale” e qualcuno ne fa uso anche la domenica
pomeriggio, nel periodo scolastico, quando il tempo lo permette.
I
ragazzi delle scuole elementari e medie passando qualche ora a “dar calci
alla palla” prima e dopo l’ora di catechismo o dopo le lezioni
scolastiche, compiti permettendo.
Durante
la settimana, nelle ore serali, alcuni calciatori, non più in “verde età”,
hanno dato vita a “partitelle tra amici”, ed anche i giovani, spesso e
volentieri, hanno fatto del “campetto” il loro luogo di ritrovo.
Il
centro “S. Anna” si è prestato e si presterà sicuramente, soprattutto
nelle ore serali, per attività sportive di gruppi di persone, che trovano
modo di fare attività fisica condividendola con altri: lo scorso anno, per
esempio, si sono organizzate iniziative come “Il torneo di calcetto a
sorpresa”, “La caccia al tesoro” e “Il karaoke” che hanno occupato
qualche serata estiva e fatto divertire parecchia gente.
I
sacrifici di tante persone della nostra comunità hanno permesso la
realizzazione di questo “sogno“, per il nostro paese; il nostro parroco
di persona o coadiuvato da terzi, provvede a curarne apertura e chiusura: ad
ognuno di noi spetta però il compito di vigilare, affinché questo
nostro “patrimonio”, mantenga la sua funzionalità, rimanga pulito, nel
rispetto di chiunque ne usufruisca, soprattutto dei più piccoli.
Non
vuol essere questa una polemica o un rimprovero a qualcuno in particolare,
ma è chiaro che un occhio di riguardo a chi fa uso della struttura e un
minimo di responsabilità possono aiutare a rendere questo “luogo di
ritrovo comunitario” sempre accogliente ed efficiente.
Vorrei
spiegare con un esempio pratico quello che intendo: il piatto in cui si
mangia non si lascia sporco a fine pranzo, ma viene subito lavato e riposto,
così da essere pronto per il pranzo o la cena successiva, anche se questo
costa dei piccoli sacrifici (soprattutto da parte di quel componente della
famiglia che lo lava). Così anche per la struttura sportiva che ci
riguarda, tutti hanno diritto di giocare, ma ognuno ha il dovere di renderla
in ogni momento agibile per chi ne usufruisce dopo.
Per
essere pratico e propositivo vorrei che si organizzassero ancora tante belle
cose insieme, ma anche che ci ritrovassimo ogni tanto a “mantenere e
conservare” una cosa molto cara a tutti noi.
“Quando
due o più persone, grandi o piccole che esse siano, si trova nel nome del
Signore, e in una struttura parrocchiale ci si deve riunire con questo
scopo, Lui è in mezzo a costoro”.
Un papà.
Le
buone abitudini
alleggeriscono
la vita
Drin…Drin… Il
telefono suona, alzo il ricevitore e una voce di donna mi propone di
acquistare un prodotto erboristico per dimagrire. La
proposta giunge inattesa…mi trovo impreparata ma rispondo:- Non mi serve,
sono magra come un chiodo! Sento
mio marito ridere…anche nella nostra famiglia ci sono alcuni chili di
troppo, ma non è necessario ricorrere a prodotti per dimagrire.
In
caso di soprappeso o di obesità, una corretta alimentazione, associata alla
pratica regolare di attività fisica, permette di ottenere una diminuzione
del peso corporeo e di ridurre la frequenza delle malattie cardiovascolari.
E’
stato ampiamente dimostrato, infatti, che è sufficiente anche la riduzione
di solo il 5-10% del peso iniziale per indurre significativi miglioramenti
di ipertensione arteriosa, diabete e patologie cardiovascolari. Sarebbe
opportuno non saltare mai un pasto. I principi dietetici essenziali ai quali
attenersi sono i seguenti:
-
ridurre i grassi di origine animale (burro, salumi, formaggi
grassi) e privilegiare quelli di origine vegetale (olio extravergine di
oliva)
-
consumare regolarmente, secondo idonee quantità, cereali
(pane, pasta, riso, polenta, patate), legumi (piselli, fagioli, lenticchie,
ceci), verdura e frutta, carni magre, pesce;
-
limitare il consumo dei cibi contenenti zuccheri semplici in
particolare lontano dai pasti.
Cereali,
derivati e tuberi
Preferire
prodotti integrali: riso, pasta, pane, fette biscottate, cracker, farina. Da
consumarsi con moderazione: farina bianca, pasta all’uovo, fette
biscottate comuni, pizza napoletana, gnocchi, grissini e cracker di farina
raffinata tipo “
00”. Da
consumare solo occasionalmente: purè di patate, pizza ripiena.
Carne,
pesce, uova
Non
superare 200-
250 grammi
di carne o alimento equivalente al giorno. Togliere tutto il
grasso visibile della carne e del pollame prima della cottura. E’
raccomandato il consumo regolare di pesce. Limitare
salumi e insaccati in genere, piatti preparati con burro, strutto,
interiora, fritture o soffritti.
Latte e derivati
In
caso di soprappeso latte intero, panna, yogurt intero, formaggi ricchi in
grassi vanno assunti solo occasionalmente. Il
consumo di formaggi va limitato a 2-3 volte a settimana.
Legumi
Fagioli
freschi g 150, piselli freschi g 250, fave fresche g 300 o una porzione di
legumi secchi g 60.
Grassi
Tutti
i grassi devono essere eliminati. Vanno
preferiti e comunque usati con moderazione: olio extravergine di oliva, olio
di semi (girasole, mais,soia arachidi). Vanno
usati occasionalmente burro, lardo, margarine, oli vegetali di origine non
conosciuta.
Frutta
Attenzione
alla frutta secca molto ricca di zuccheri (datteri, prugne, fichi) e alla
frutta oleosa molto ricca di grassi (noci, nocciole, pistacchi).
Verdura
A
volontà: cruda, cotta, surgelata... Fare
attenzione all’uso dei condimenti durante la preparazione: evitare
maionese, olio in eccesso... Per
dare più sapore utilizzare odori, aromi naturali, spezie, aceto, succo di
limone.
Bevande
L’acqua
è la sola bevanda indispensabile: si raccomanda di bere almeno
1 litro
e mezzo di acqua al giorno, naturale o frizzante. Le
bevande dolcificate con zucchero sono sconsigliate, si potranno invece bere
i succhi di pomodoro. Limitare
le bevande alcoliche (vino rosso o bianco secco, spumante, whisky, grappa)
perché forniscono calorie, limitare il consumo di birra e delle bevande
alcoliche contenenti zucchero (amari, vini dolci e liquori).
Zuccheri
Limitare
i prodotti contenenti zuccheri semplici (cioccolato, marmellata, dolci,
biscotti, gelati…);in quantità limitata potranno essere consumati alla
fine del pasto, soprattutto se è stato ricco in fibre.
Muoversi per mantenersi sani
Accanto
alla dieta, lo strumento che può aiutare a perdere peso è l’attività
fisica. …come
iniziare l’attività fisica... Iniziarla
lentamente ed aumentarla progressivamente nell’arco di qualche settimana. Iniziare
camminando a passo non troppo svelto o utilizzando la bicicletta senza
esagerare. A
regime, dedicarvi almeno 30-45 minuti al giorno per 5-6 giorni alla
settimana. Svolgerla
continuativamente o, se non fosse possibile, suddividerla in un paio di
volte al giorno.
Gli errori più comuni
-
Saltare la colazione del mattino
-
Non frazionare l’alimentazione in 4-5 volte nella giornata
-
Concentrare la maggior quantità
di cibo nella cena
-
Consumare spuntini a elevato apporto calorico
-
Eliminare dall’alimentazione uno o più gruppi alimentari
-
Consumare poca acqua
-
Non praticare attività fisica
Come fare la spesa?
-
Non
andare a fare la spesa a stomaco vuoto (si può essere tentati di comprare
qualsiasi cosa si vede sugli scaffali).
-
Stare lontani dai reparti che espongono cibi da evitare.
-
Preparare
una lista ed attenersi ad essa.
-
Abituarsi
a leggere le etichette sulle confezioni.
-
Evitare
i cibi precotti: spesso sono ricchi di calorie e di grassi.
-
“Se
non lo compri, non puoi mangiarlo”.
Come preparare i cibi?
-
Non
mangiare mentre si cucina, a meno che non si tratti di verdure fresche.
-
Per
cucinare servirsi di tegami antiaderenti per ridurre i condimenti di
cottura.
-
Togliere
dalla carne tutto il grasso visibile.
-
L’ideale
è cuocere alla griglia, al forno, nell’acqua, al vapore o al cartoccio.
-
Introdurre
le spezie al posto dei grassi. Erbe e spezie fresche vivacizzeranno
qualsiasi piatto senza aggiungere calorie o grassi.
-
Se
possibile, congelare immediatamente gli avanzi in modo da non fare razzia più
tardi nel frigo.
Come servire il cibo…
-
Preparare singole porzioni evitando di mettere in tavola i
piatti da portata, il cestino del pane, salse varie, per non consumare in
eccesso determinati cibi.
-
Servire il cibo facendo uso di piatti di piccole dimensioni,
per evitare che la quantità di cibo, in piatti troppo grandi, sembri
scarsa.
-
Mettere nel piatto la quantità di cibo adeguata (o prescritta
dalla dieta) ed evitare di servirsi una seconda volta.
Mangiare… come?
-
Evitare di mangiare in pochi minuti, magari in piedi, leggendo
il giornale o guardando
la TV. Masticare
bene e a lungo, in questo modo, il cibo si assimila meglio e, sul piano
psicologico, si ha la sensazione di mangiare di più.
-
Fare molte pause durante il pasto, in modo da rendere
possibile che i cibi ingeriti esercitino il loro potere saziante.
-
Consumare verdura cruda e o cotta a volontà come prima
portata.
-
Evitare di utilizzare il pane per ripulire i piatti da sughi o
intingoli.
-
Bere acqua prima e durante i pasti.
-
Prima di stappare una bottiglia di vino, avere ben chiaro
quanti bicchieri se ne berranno.
-
Cercare di consumare i pasti sempre alla stessa ora al fine di
regolarizzare i meccanismi di fame e sazietà e non correre il rischio di
essere colti da fame improvvisa.
Per evitare di prendere peso
si
deve fare una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero.
Buon
appetito!
Nadia
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